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Millenials e Generazione Z: Ecco chi sono e tutte le differenze…

Millenials e Generazione Z: Ecco chi sono e tutte le differenze…
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I millenials e la generazione Z: tra la disperata voglia di trovare il lavoro che si ama e il bisogno di assicurarsi l’accettazione societaria nel mondo dei social, ecco a voi tutte le differenze tra queste due diverse generazioni.


Forse vi sarà già capitato di sentire parlare dei millenials e della generazione z, e, anche se sembrano due nomi fantascientifici, non lo sono affatto poiché sono i due termini utilizzati per identificare la situazione sociale dei tempi moderni. Ma siete davvero certi d’aver capito di cosa si tratta e quali sono le differenze? Se avete ancora dei dubbi, seguiteci e leggetevi tutto quello che c’è da sapere su queste due diverse generazioni.

I Millenials

millenials e generazione z

“Un italiano su tre vive a casa dei genitori, il problema è che gli altri due sono i genitori. Con in mano il testamento tipo: nonno quando muori?” Intonava il rapper italiano Fedez nella canzone Generazione Boh, per raccontare quel senso di incertezza e precarietà delle condizioni sociali dei nati tra la fine del XX secolo e l’inizio del XXI secolo. La generazione “senza futuro” sarebbe dunque quella dei millenials, dei nati nell’arco di tempo che va dal 1981 fino al 1996. I nati a cavallo tra il vecchio e il nuovo millennio sono quelli cresciuti a pane, crisi economica e hanno visto nascere i primi social. Questi figli della generazione X (nati tra la seconda metà degli anni ’60 e i primi anni ’80) e degli ultimi baby boomers, sono stati cresciuti con la costante preoccupazione di non riuscire ad emergere in un contesto sociale ed economico privo di sbocchi professionali. Alla generazione dell’ansia di non trovare lavoro, è stato insegnato che l’obiettivo di vita principale deve essere quello della ricerca dell’impiego che possa dare la possibilità di vivere dignitosamente, tenendo a mente che i soldi vengono dopo tutto il resto perché il lavoro dei sogni ha l’assoluta precedenza. Con i soldi sì, ma facendo il lavoro che si ama.

La generazione che vuole lavorare

millenials e generazione z

Secondo quanto emerso dal progetto cross mediale Generation What di France Television in collaborazione con Rai, per i millenials prima della retribuzione economica viene la realizzazione personale dell’individuo. Per il 70% degli intervistati temi come, tutela dell’ambiente e sicurezza, si trovano subito dopo la questione lavorativa, l’idea che si ha è che non si possa davvero essere appagati senza il lavoro che si ama. Tutt’altro privi della voglia di rimboccarsi le maniche, i millenials non sembrerebbero aver paura di lavorare sodo e studiare pur di raggiungere il proprio senso di appagamento. L’unico problema resta quello delle possibilità lavorative offerte dalla società che non riesce proprio ad offrire gli strumenti per permettere a questa generazione di emergere come dovrebbe, costringendola così a partire per altri paesi.

Generazione Z

millenials e generazione z

La generazione Z  (Centennials, Digitarians, Gen Z, iGen, Zoomers), sarebbe invece quella degli ultimi arrivati, tutti i nati dal 1997 in poi. Gli appartenenti a questa fascia vanno ancora a scuola oppure hanno appena iniziato ad avere i primi approcci con il mondo del lavoro. A distinguere la generazione Z da quella precedente dei millenials è soprattutto il rapporto con la tecnologia, in quanto, se per i primi vivere con essa rappresenta il pane quotidiano poiché cresciuti nel pieno del boom dei nuovi media, i secondi hanno invece imparato ad utilizzarla gradualmente. Infatti la generazione Z è la prima ad essersi sviluppata godendo appieno di tutte le risorse del nuovo mondo mediale contemporaneo e godendo dell’accesso ad internet a partire dall’infanzia. Per questo motivo i nati in questo periodo sono particolarmente scaltri con i social media e la tecnologia in generale, di fatti, anche il loro processo di socializzazione attraverso le piattaforme di condivisione ha la massima priorità. Ciò non significa che disdegnino l‘approccio immediato vis a vis con il prossimo, ma essendo nati nel boom della condivisione mediale, la conoscenza telematica ha avuto un ruolo principale perché è a partire da lì che la coscienza si è formata. Molti studi concordano sul fatto che tanti genitori della generazione Z abbia trovato negli strumenti tecnologici un grande supporto per l’intrattenimento dei propri figli, sostituendo dunque il gioco creativo delle “mani in pasta” con quello del touch sull’iPad.

Stressati sì, ma liberi di amarsi

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Secondo le statistiche portate avanti da diversi istituti di ricerca, la generazione Z è in media la più stressata rispetto a quelle che l’hanno preceduta. Pur avendo molte meno preoccupazioni della generazione X e dei millenials, i ragazzi nati in questo periodo storico risultano decisamente più predisposti a vivere stati di agitazione. Secondo le ricerche all’origine di questo profondo senso di frustrazione e depressione ci sarebbe la violenta competizione da social network. I social avrebbero dunque innestato in questi giovani il disperato bisogno di trovare appagamento tramite like e followers, lasciandosi andare a continui stati di ansia qualora la loro immagine non ottenga il successo desiderato in termini di click. Vivendo di pane e social, la generazione z si ispira ai modelli identitari veicolati dalle piattaforme network, e quando non riesce ad emularli entra in un profondo stato di insoddisfazione. Fortunatamente però, i nativi della generazione Z, sono riusciti a divincolarsi dalla visione binaria del genere a cui sono ancora affezionati i genitori, infatti, se molti dei millenials a stento riescono ad accettare il gender fluid, i ragazzi di oggi mettono al primo posto la possibilità di scegliere senza paura il proprio orientamento sessuale in quanto deve essere rispettato qualunque esso sia.