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Maserati simbolo di eleganza, i 6 modelli da sogno del Tridente…

Maserati simbolo di eleganza, i 6 modelli da sogno del Tridente…
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Maserati è storia e tradizione, italiana e non. E per conoscere le radici dell’alto automobilismo ecco una lista che raccoglie 6 modelli da sogno del Tridente, uno per uno simbolo di eleganza…


Se vi diciamo “eleganza“, perché pensate subito “Maserati“? Se parliamo di motori di lusso, e questa è la nostra missione principale, risulta inevitabile parlare anche e soprattutto di eleganza automobilistica. Sono tanti, e sono stati tanti, i marchi che hanno portato alto il valore della “sciccheria” all’interno del mondo delle quattro ruote; ma ce ne sono alcuni, di brand e aziende che operano all’interno del settore dell’Automotive, inevitabilmente più riconosciute e conosciute di altre che vengono visti come una sorta di vero e proprio emblema dell’eleganza votata all’automobile all’asfalto, alla velocità e alle lamiere modellate con arte al fine di ricreare carrozzerie ogni volta più belle ed affascinanti. Tra questi marchi, ad occupare senza ombra di dubbio una delle prime posizioni, se non effettivamente la prima, troviamo una tradizione italiana; una realtà che ci invidia da sempre tutto il mondo, un marchio che ha fatto la storia a livello nazionale prima e mondiale subito dopo. Nato a Modena questo brand è riuscito a primeggiare in ogni angolo del globo; stiamo parlando, ovviamente, di Maserati.

Il più famoso Tridente del mondo si è fatto e si fa ancora riconoscere grazie alle sue intramontabili linee affusolate che vanno a disegnare ogni modello di quattro ruote della casa modenese; ancora oggi la sua gamma vede alcuni dei prototipi più belli ed entusiasmanti dell’intero panorama automobilistico. Basta pensare a Grecale, il SUV con più classe di tutti, a Ghibli, berlina che riesce a combinare alla perfezione stile, lusso, potenza e guida sportiva, a MC20 Cielo, supercar in grado di togliere il fiato da quanto è bella, e a tutte le altre realtà progettate e prodotte da questa mitica ed iconica azienda che prende il nome di Maserati. Ecco basta pensare e dare un’occhiata a questi modelli per capire di che pasta è fatto il Tridente; ma oggi non siamo qui per parlare di contemporaneità e di presente. Oggi, tra le righe di questo articolo, abbiamo intenzione di andare indietro nel tempo; andando a scoprire e svelare l’heritage del marchio modenese, presentandovi alcune delle vetture più iconiche mai prodotte da Maserati.

Seguiteci, allora, in questo “viaggio” che ci porta alla scoperta di 6 modelli da sogno del Tridente, per capire qual è il vero motivo per il quale Maserati è diventato un vero e proprio simbolo di eleganza; o meglio, della più alta eleganza automobilistica. Ecco, quindi, la nostra raccolta tra gli storici veicoli di Maserati, quelli più caratteristici di questa storia e di questa tradizione, italiana e non…

Maserati emblema di eleganza, lusso e sportività! Ecco il motivo…

Partiamo, allora, con questa lista che fa della raffinatezza, del gusto e dell’eleganza il suo marchio di fabbrica. Il nostro cammino inizia con la nascita vera e propria di Maserati; è il 1926 e il marchio inizia a produrre veicoli per conto proprio. Infatti, in realtà il Tridente è stato fondato nel 1914 ma la sua realtà produttiva era molto differente rispetto a quella che che è poi diventata durane gli anni ’20 del ‘900; esso infatti altro non faceva se non sviluppare auto per gare su strada Isotta Fraschini, in successione poi fu lo stesso Alfieri (fondatore omonimo del marchio) a decidere di scendere su pista e gareggiare e, durante una lunga (e non tanto chiarita) sospensione agonistica, egli decise di dare una svolta decisiva alla propria creazione.

Ed è proprio dal 1926 che prende il via la nostra risalita cronologica tra le meraviglie che sfoggiano orgogliose il grande logo del tridente; ecco di cosa è stata capace Maserati…

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La prima volta non si scorda mai… Ecco la Tipo 26!

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La prima volta non si scorda mai, e se poi è una prima volta così… Ecco la Maserati Tipo 26, il primo vero e proprio prototipo del marchio del Tridente. L’anno, come abbiamo già detto, e come è intuibile dal numero presente sul nome, è quello del 1926; il contesto, invece, vede Alfieri Maserati, allora pilota in forza nella Diatto, escluso dalle gare ufficiali. Questo periodo di stop, la conseguente consegna da parte della scuderia di una decina di telai Diatto 30 sport, accessoriati dei cambi e di molte parti meccaniche, e un aiuto economico proveniente dalle tasche del pilota e nobile italiano Diego de Sterlich; fece sì che si arrivasse alla progettazione di questa prima reale vettura firmata Maserati.

L’auto in questione fece la sua comparsa il 25 aprile 1926, alla targa Florio, nelle mani del suo stesso disegnatore che riuscì ad arrivare nono assoluto e primo della sua classe; la produzione totale delle Tipo 26, si protrasse poi sino al 1932 con continui aggiornamenti tecnici. A livello estetico parliamo di una “semplice” auto da corsa del tempo, e del suo tempo sono anche le caratteristiche di design e di linee. Un’auto storica, non esistono altri termini per descriverla.

A6 1500, la “Maserita” fa capire bene quali sono le intenzioni del marchio modenese

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Conosciuta anche con il nomignolo di “Maserita“, questa Maserati A6 1500 ha visto per la prima volta la luce nel 1947. SI tratta di una vettura sportiva stradale, molto sportiva per l’epoca, che certamente non si nasconde e si mostra con le sue linee super eleganti e sinuose.

Questo, inoltre, è il primo modello sportivo stradale voluto e richiesto da Adolfo Orsi; proprietario della casa del Tridente dal 1937, anno in cui l’aveva rilevata dai fratelli Maserati. La vettura venne presentata per la prima volta in occasione del Salone dell’automobile di Ginevra nel marzo 1947, con una carrozzeria coupé allestita da Pininfarina, denominata Turismo Coupé e caratterizzata dai fari a scomparsa, soluzione poi abbandonata nella produzione in piccola serie.

A6GCS, la Berlinetta firmata Maserati: eleganza e aggressività sono le parole chiave

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Questo particolare modello di quattro ruote nato in quel di Modena, venne presentato per la prima volta al Salone dell’Automobile di Torino del 1954; si trattava della 2000 Sport, vestita con una elegante carrozzeria “berlinetta” disegnata da Pininfarina. Il nome del progetto era appunto A6GCS, una vettura da corsa biposto aperta di grande successo, progettata per le gare su strada, molto amata dai piloti da corsa dell’epoca per le sue eccellenti qualità di guida.

Il modello nacque a causa della pioggia; infatti, l’edizione della Mille Miglia del 1952 si svolse sotto un diluvio torrenziale, e per questo motivo, l’anno successivo alcuni clienti Maserati che presero parte alla gara chiesero a Pininfarina una versione Berlinetta della loro 2000 Sport. Il marchio, allora, tramite un suo concessionario di Roma, acquistò 6 telai nudi A6 GCS/53 e chiese a Pininfarina di allestirli con eleganti carrozzerie berlinetta. L’elegante carrozzeria berlinetta montata su questa base si rivelò la ricetta giusta per ottenere una delle più belle creazioni della storia dell’automobilismo, l’ultima opera che Pininfarina avrebbe disegnato per Maserati nei 50 anni a venire. I quattro esemplari sono tuttora esistenti, e il modello è uno dei più ricercati fra le auto storiche Maserati. Uno di questi è in mostra nella Collezione Umberto Panini.

La Barchetta figlia del suo tempo, siamo negli anni ’90 e la moda ha le sue necessità

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Sembra quasi un giocattolino questo modello prodotto nell’annata 1992/1993; questa Maserati Barchetta, inoltre, può essere definita un “outsider” in quanto non è mai stata realmente concepita per uso stradale.

L’auto fu sviluppata per un campionato monomarca che si tenne su diversi circuiti in Italia ed Europa nel ’93; la sua caratteristica principale era il suo particolarissimo telaio in alluminio con un unico longherone centrale, una nuova tecnologia sviluppata inizialmente per il prototipo Chubasco. Il motore adottato da questo veicolo, inoltre, (montato in posizione centrale) era in configurazione 2,0 litri, V6 a 24-valvole, potenziato a 315 CV, mentre l’assetto ruote era di tipologia Formula 1 e la carrozzeria realizzata in materiale composito e fibra di carbonio.

MC12 Stradale, una vettura estrema da tutti i punti di vista…

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La qui rappresentata MC12 (Maserati Corse, 12 cilindri) rappresenta Maserati nella sua forma prestazionale più estrema; la sua versione ‘Stradale’, invece, era stata creata per poter omologare il modello anche per le competizioni GT internazionali. Ah, anno di produzione 2004/2005.

Con questo modello il marchio del Tridente fece ritorno, quindi, alle competizioni GT con una campagna di grande successo; la MC12, infatti, è stata la vettura da strada più veloce che Maserati abbia mai prodotto. L’accelerazione da fermo a 200km/h è inferiore ai 10 secondi e la velocità massima supera i 330km/h. La tecnologia del veicolo si basa sul modello di Enzo Ferrari, pur con modifiche sostanziali a motore, telaio e aerodinamica. Alla fine del 2006, Maserati presentò la MC12 Versione Corse, una variante per uso su pista ancora più estrema di questa “supercar” pluripremiata.

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Maserati MC20, una versione extreme per le corse più estreme

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Nel 2006 Maserati sviluppò una serie limitata di vetture per clienti privati alla ricerca di un’esperienza estrema su pista; l’auto che venne fuori per affrontare questa nuova avventura produttiva del marchio, chiamata appunto “MC20 Versione Corse”, derivava dall’auto da corsa MC12 GT1 che aveva vinto il campionato mondiale di endurance 2005 FIA GT ed era stata concepita esclusivamente per uso non competitivo su pista.

La vettura in questione era dotata di un motore V12 aspirato in grado di garantire 755 CV di potenza massima, questo propulsore della Versione Corse era più potente dei gruppi utilizzati nella versione Stradale e nel modello da competizione GT1, in quanto non doveva utilizzare i limitatori di afflusso d’aria, obbligatori invece su quest’ultima; il modello si presentava poi un peso di soli 1.150kg, ed era in grado di accelerare da 0 a 200km/h in soli 6,4 secondi. Le varie soluzioni adottate per favorire l’aerodinamica e l’ampio alettone posteriore consentivano inoltre di ottenere livelli di deportanza considerevoli. In totale, furono prodotte soltanto 13 vetture: un prototipo e dodici esemplari per i clienti.