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Pitti Uomo 105, ecco cosa ci ricorderemo di questa edizione…

Pitti Uomo 105, ecco cosa ci ricorderemo di questa edizione…
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L’edizione Pitti Uomo 105 chiude i battenti, ecco cosa abbiamo visto, e soprattutto cosa ricorderemo…


Ok, il Pitti Uomo 105 è finito, ma cosa è successo? Per cosa ricorderemo l’edizione del 2024, ma soprattutto, la ricorderemo? Andiamo con calma… La kermesse fiorentina ha aperto, come il suo solito, la stagione delle sfilate di moda uomo che costellano il mese di gennaio, già da oggi prende il via la Milano fashion week, comunque sia; alla storica e suggestiva Fortezza da Basso prende vita ogni anno la crème de la crème del settore della moda. Tra maison haute couture e brand emergenti che portano sulle passerelle le loro ultime creazioni per lui, e ancora tra ospiti speciali e star all’ultimo grido (ma sempre legate a questo mondo), anche questa annata di Pitti Uomo si è conclusa come tutte le altre sue precedenti, con un sacco di novità tutte al maschile destinate a dominare i nostri guardaroba nella prossima stagione autunno inverno 2024-25. Insomma, avete capito cosa ci ricorderemo dell’edizione 105? No? Allora seguiteci nel racconto di questi quattro giorni in cui tutta l’attenzione si è focalizzata sull’immortale città di Firenze

Il Pitti Uomo 105? Come qualsiasi altro Pitti, da ricordare…

Forse dovremmo partire dai numeri, per offrire una visione chiara dell’evento fiorentino. Dunque, il Pitti Uomo 105, vale a dire l’edizione del 2024, ha visto la presenza di 832 marchi (di cui la metà stranieri, ma anche un centinaio provenienti dalla Toscana), quattro show, e una serie quasi infinita di eventi tra cui il lancio di Guess Jeans e il progetto di Tod’s e Lamborghini. Quattro giorni, dal 9 al 12, cioè ieri, in cui nella magica cornice fiorentina è successo letteralmente di tutto. Tra moda e l’immancabile lato esibizionistico del Pitti Uomo, che non può mai mancare. E poi, ovviamente, ci sono stati gli ospiti, i più importanti (a attesi) dell’edizione sono stati sicuramente Todd Snyder e Luca Magliano, ma non sono poi mancate nemmeno altre sorprese altrettanto importanti. Ma soprattutto ci sono state le sfilate, e i vestiti; tanti vestiti…

C’è un altro dato fondamentale nella visione del Pitti Uomo 2024, e ce lo offre il quotidiano diretto da Marco Travaglio Il Fatto Quotidiano, o meglio ancora ce lo offre la giornalista Ilaria Mauri del Fatto. “Alle 12.00 di giovedì 11 gennaio i compratori esteri risultano in aumento rispetto al gennaio 2023 del 4% circa in termini di persone e del 6% in termini di punti vendita”, insomma, un trionfo; un trionfo timido, ma pur sempre un trionfo. Riguardo all’analisi nostrana, continua Mauri, “il dato italiano è invece in leggero calo, circostanza ampiamente prevista considerati i rallentamenti del nostro mercato interno, registrati soprattutto negli ultimi tre o quattro mesi”. A questo proposito, solamente qualche giorno fa, nell’articolo di presentazione degli eventi di gennaio dedicati alla moda uomo, noi di My Luxury avevamo riportato le paure del settore della moda italiana.

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Comunque sia, nel complesso – scrive ancora la giornalista -, il numero totale di buyer che hanno visitato il salone fiorentino della moda maschile saranno circa 13mila, con gli esteri intorno a quota 4.700, provenienti dai mercati più consolidati come Germania, Stati Uniti e Giappone ma anche da quelli emergenti come Taiwan, Messico e Polonia”.

 

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Pitti: ciò che ricorderemo, ciò che indosseremo

Comunque sia, tanto pre ritornare alle sorprese nominate prima, solo per nominarne alcune, addirittura dalla Finlandia è arrivato Achilles Ion Gabriel per presentare la prima collezione del suo omonimo brand, e poi la chiusura dei quattro giorni più stilosi d’Italia è stata invece affidata a  S.S. Daley, che ha fatto tanto parlare di sé all’ultima London Fashion Week. Ok, bello tutto. Ma cosa ricorderemo di questa edizione del Pitti Uomo?

A quanto pare le tendenze nella prossima stagione autunno inverno, non si stravolgeranno poi più di tanto. Si va verso una visione sempre più raffinata e sartoriale dell’abbigliamento maschile, con degli outfit che sembrano farsi via via sempre più formali, ma non troppo. Tra blazer di lana, maglioni e cappotti lunghi e pesanti. Insomma, detta in maniera semplice (e semplicistica), la visione vintage dello stile non ci abbandona. Ma non è tutto…

Infatti, allo stesso tempo non sono mancate le proposte urban, non diremmo certo streetwear, del quale in questa edizione non sembrerebbe essere pervenuto, ma di sicuro urban. L’estremizzazione degli ultimi anni di questo mondo fashion, sembra quindi affievolirsi, rimane comunque il dettaglio outdoor, o meglio ancora gorpcore, questo proposto da brand come Herno.

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Non manca poi il denim, ma anche le sneakers, gli stivali e gli accessori, tutti, ma soprattutto gli zaini. Inoltre, tornando al vintage, a trionfare è certamente il ritorno agli anni ’70 e ’80. Ma forse, ciò che ricorderemo di più dell’ultimo Pitti Uomo sono le parole. Le parole di Brunello Cucinelli, arrivato a Firenze per presentare la sua nuova collezione A/I 2024-25, “il lusso non può essere quieto, non ci si veste per essere anonimi. Tutti vogliamo apparire al nostro meglio, e l’abbigliamento serve a questo. Il ben vestire non ha nulla a che fare con lo scomparire”. Ma anche quelle di Giovanni Bianchi, “oggi l’abbigliamento formale maschile è cambiato […] è un tempo sempre più veloce, ci troviamo sempre a correre, a fare una collezione, lanciarla e ricominciare subito da capo a pensare la successiva: il consumatore ha voglia di proposte e noi dobbiamo raccogliere la sfida”. Insomma, delle dichiarazioni che dicono molto del cambiamento del settore… Adesso tutti a Milano.