Italia e Francia non sono proprio due migliori amici. Si tratta di un’inimicizia storica e pure bellica, fatta di campanilismi, antipatie, luoghi comuni e opere d’arte trafugate, anche se la storia vera potrebbe rivelare ben altro. Ma si sa, siamo fatti così, noi non li amiamo, e loro non amano noi; o almeno questo è quanto siamo abituati a pensare. Tutto, però, cambia quando si parla di fashion… Già, non c’è niente di meglio che mischiare una maison made in Italy e una francese, e solamente in questo modo si può ottenere il meglio dell’alta moda. Lo sanno bene due aziende che hanno deciso di unirsi, quasi in modo inaspettato, realizzando una collezione da uomo veramente sorprendete; anzi, unica. Insomma, Dior x Stone Island hanno realizzato qualcosa di veramente unico, ecco cosa…
L’unicità sta nella collezione firmata Dior x Stone Island
Unicità, potremmo utilizzare questo termine per spiegare, in modo super sintetico, o meglio ancora ermetico, la nuova collezione firmata Dior x Stone Island. I due brand hanno dato vita a una collection che definire unica è dire poco. Una vera e propria sorpresa super stilosa, lanciata quasi inaspettatamente, senza dire nulla a nessuno, e soprattutto senza che nessuno sospettasse qualcosa. Tutto merito del geniale direttore creativo della linea uomo dell’azienda de vêtements con sede a Parigi, e di proprietà di Bernard Arnault, a capo di LVMH e uno degli uomini più ricchi del mondo, Kim Jones che ha fatto sì che questo matrimonio stilosissimo andasse (fortunatamente) in porto.
Ma in un matrimonio si è sempre in due, e se da una parte, sul lato francese, troviamo Kim Jones, sulla riva italiana, invece, ecco una delle etichette nate in Italia più famose del mondo. Si tratta, forse, dell’immagine più grande dello streetwear del Belpaese, un’immagine, quindi, che rende l’idea di una moda urban ma allo stesso tempo di altissima qualità sia di materiali che di design. Comunque sia, ci troviamo di fronte alla prima collaborazione tra queste due seguitissime, e amate, brand d’abbigliamento. Un’occasione per rendere omaggio ai due iconici fondatori della combo di maison in questione, vale a dire Monsieur Christian Dior e Massimo Osti. L’occasione è imperdibile, così come è imperdibile la collezione speciale.
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Una collezione unica, come abbiamo sottolineato già in precedenza, caratterizzata da settantaquattro pezzi divisi per smanicati, giacche, pantaloncini e alcuni accessori veramente unici. A rubare la scena sono certamente i colori di alcune proposte firmate Dior x Stone Island, ma anche i codici di stampo militaresco che contraddistinguono la proposta franco italiana. E, infine, prima di entrare nel capsule collection, se tale possiamo chiamarla, in questione, bisogna comprendere il suo livello di esclusività. Infatti, la collezione in questione vedrà un pre-lancio che sarà organizzato solamente in alcune boutique selezionate il 14 giugno, mentre sarà poi disponibile in tutto il mondo solamente a partire dal 4 di luglio.
Un incontro di ossessioni, sì, ma super stilose
Secondo quanto dichiarato dalla stessa azienda francese, vale a dire Dior, “in questa collezione, il romanticismo, il rigore e la storia dell’atelier d’haute couture parigino si mescola con la padronanza delle lavorazioni a macchina e con i meticolosi dettagli funzionali che contraddistinguono la tradizione del nord Italia“. Francia e (nord) Italia insieme, quindi, una sorta di ibrido che pare funzionare solamente in cucina e, a quanto pare, anche nella moda. “In questo combinarsi di diversi approcci all’abbigliamento emerge un parallelismo fra due differenti tipi di competenze. Sono il romanticismo, il rigore e la meticolosità di tutti e due gli universi a definire il guardaroba Dior Uomo di oggi. È questo il know-how della nostra epoca”.
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Inoltre, secondo Kim Jones, “questa collezione è un incontro tra il lavoro di Monsieur Dior e quello di Massimo Osti: è l’incontro delle ‘ossessioni’. Sarebbero potute essere persone agli estremi opposti di quello che è il grande spettro della moda, uno con una visione di haute couture e l’altro spinto da quella della funzionalità militare, eppure credo che avrebbero riconosciuto qualcosa l’uno nell’altro e in ciò che hanno realizzato attraverso l’abbigliamento. Qui, nell’incontro di tradizioni contrastanti, si crea un nuovo tipo di alchimia dell’abbigliamento”.
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