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Vivere in Case realizzate con la stampante 3D, è questa la nuova frontiera dell’Edilizia?

Vivere in Case realizzate con la stampante 3D, è questa la nuova frontiera dell’Edilizia?
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Il futuro dell’edilizia? Interi quartieri composti da case realizzate con la stampante 3D, ecco di cosa stiamo parlando…


Avete mai pensato di realizzare delle case con la stampante 3D? No, non si tratta di alcun progetto di architetture, uno di quelli su cui gli studenti universitari, futuri Renzo Piano, passano notti insonni. E no, non stiamo nemmeno parlando di qualche piccolo e banale modellino stilizzato; ma di vere e proprie abitazioni. Anzi, di quartieri interi costruiti utilizzando questo metodo. Si tratta di una delle possibili frontiere per il futuro del settore dell’edilizia, che in questo modo potrebbe sfruttare varie agevolazioni e un notevole abbattimento dei costi. Ma attenzione perché, anche in questo caso, non è tutto oro quello che luccica. Ecco, dunque, di cosa stiamo parlando…

Vivere in case realizzate con stampante 3D? Oggi è possibile, ecco come

Bisogna essere onesti, viviamo in un momento storico in cui il settore dell’edilizia, vuoi per difficoltà economiche o problematiche “fisiologiche”, non vive il suo momento di massimo sviluppo. Sono passati, e da molto anche, i tempi in cui non si faceva altro che costruire, tra palazzine e palazzoni, villine e villoni, mentre adesso i progetti di questo tipo si sono ridotti al minimo, soprattutto in Italia; per non dire che si sono ridotti allo zero più assoluto. Insomma, non si costruisce più, colpa anche dei prezzi diventati esageratamente alti, sia per chi deve commissionare un progetto del genere, sia per chi deve realizzarlo. E, come se non bastasse, i costi sono andati estremamente fuori controllo anche per quanto riguarda il mercato immobiliare, comprare (e addirittura vendere) una casa oggi è più costoso che mai, e pure affittarla non è certo conveniente, anzi. Ma ecco la soluzione

Dall’altra per del mondo, una volta attraversato per intero l’oceano atlantico, c’è chi sta studiando un modo concreto per ovviare a tutte queste grane dell’edilizia. Ovviamente però, prima di iniziare, serve un piccolo preambolo: il mondo delle costruzioni negli Stati Uniti d’America non è certamente lo stesso presente qui in Italia, così come le case, gli appartamenti e i palazzi realizzati in Usa non sono le stesse o gli stessi costruiti nel Belpaese; serve, dunque, considerare le giuste proporzioni tra le due realtà. Comunque sia, stavamo dicendo prima, l’Advanced Structures and Composites Center, anche conosciuto con l’acronimo Ascc, dell’Università americana del Maine, pare essere riuscita ad avvicinarsi a una delle papabili soluzioni per migliorare il futuro del settore.


I ricercatori universitari, infatti, hanno realizzato la stampante 3D più grande del mondo, con l’obiettivo di utilizzare questo nuovo macchinario per realizzare, secondo i numeri presenti all’interno progetto dell’Ascc, circa ottantamila abitazioni entro il 2030. In appena cinque anni, dunque, perché le prime stampe dovrebbero prendere il via nel 2025, lo scopo è quello di dare vita a interi sobborghi composti da case realizzate attraverso la “semplice” stampa. Sì, a parole sembra un progetto quasi irrealistico, o addirittura folle. Ma non c’è niente da temere. Infatti, questa tecnologia è stata già testata dall’Università nel 2022, quando è stata presentata la “BioHome3d“, vale a dire un’abitazione unifamiliare di circa cinquantacinque metri quadri realizzata appunto con questo sistema, e composta in fibra di legno riciclata e materiali in bioresina. Inoltre, l’istituto dello Stato americano del Maine ha ottenuto la certificazione del Guinness World Record per il “più grande prototipo di stampante 3D polimerica“. Insomma, i (buoni) presupposti ci sono tutti; ma quali sarebbero i lati positivi di questa tecnologia per l’edilizia?

Bassi costi, sostenibilità ambientale e velocità nella costruzione, tutto grazie a una stampante

Dunque, L’Ascc sembra avere grandi prospettive per questa nuova metodologia di costruzione, che permetterebbe di abbattere costi, tempi ed emissioni. Basta prendere in esame la realizzazione “BioHome3d” presentata solamente un paio di anni fa, questa caratterizzata da un design minimal di scuola scandinava, una base del tutto biologica, questa realizzata con materiali riciclabili addirittura per una nuova stampa, e quindi completamente sostenibili. Per quanto riguarda i costi di produzione, invece, anche questi vedranno un drastico calo, e sarebbe un bene visto la situazione difficile che sta vivendo il settore dell’edilizia. E, tornando alle promesse fatte dall’università del Maine, queste abitazioni realizzate con stampa 3d possono essere realizzate in appena quarantotto ore di lavoro; anche se, con una possibile evoluzione della tecnica e delle tecnologie, i tempi potrebbero addirittura ridursi ulteriormente.