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Lo sguardo della GenZ sulla Profumeria di Nicchia: a tu per tu con Caterina Catalani

Lo sguardo della GenZ sulla Profumeria di Nicchia: a tu per tu con Caterina Catalani
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Il profumo è un modo per distinguersi, per raccontarsi. Oggi per molto giovani il profumo non è più qualcosa di indossare velocemente prima di uscire di casa, ma un. modo per parlare di sé. Ne abbiamo parlato con Caterina Catalani…


Il mondo della profumeria artistica è un universo affascinante, è un vero e proprio universo di arte e creatività, di storie e sentimenti. Le note olfattive sono come i colori, come le parole, come proprio le note musicali, sono elementi che un creatore interpreta dando una forma unica e inedita come può essere un quadro, un racconto, un pezzo musicale. Questa volta il pittore del caso si chiama “naso” ed è proprio lui che firma le fragranze. Oggi il mondo della profumeria, soprattutto quello di nicchia, sorprende con dei nasi emergenti davvero talentuosi. Sono giovani che fanno della loro passione un mestiere, che non si improvvisano, ma che studiano per dare vita a delle creazioni che sanno distinguersi nel panorama internazionale della profumeria. In Italia bisogna andarli a cercare, perché, fare il naso, non è una professione facile e per nulla comune. Un esempio di tutto questo è Caterina Catalani, un naso italiano, per la precisione di Roma, che si sta facendo strada nell‘alta profumeria di nicchia e convince con le sue creazioni anche gli amanti più esperti delle fragranze. Abbiamo incontrato Caterina per farci raccontare cosa si nasconde dietro a questa affascinante professione e come viene interpretata oggi la profumeria di nicchia, che fino a pochi anni fa, era patrimonio solo di persone di età matura, dalla Generazione Z. Caterina ci accoglie con il suo sorriso nell’ennesimo viaggio di ritorno da Londra dove vive e lavora per Floris uno dei marchi storici della profumeria inglese e per il quale ha firmato insieme ad altri due nasi la fragranza creata per l’incoronazione di Re Carlo. Entriamo subito nel vivo dell’argomento e ci facciamo un po’ raccontare il mondo olfattivo con i suoi pensieri…

Lo sguardo della GenZ sulla Profumeria di Nicchia: a tu per tu con Caterina Catalani

Essere creatori di fragranze, non è un mestiere così usuale per un giovane: cosa ti ha spinto verso questa carriera?

Il profumo è sempre stato una parte essenziale della mia vita, quasi un’estensione del mio outfit, perché è quella cosa che non si vede eppure racconta molto anche del mio umore. . Ricordo ancora mia madre che, prima di uscire di casa, ci chiedeva: “Come ti senti oggi? Indossa un profumo“. Questa ritualità mi ha accompagnato fin da piccola, cercando così ogni volta una fragranza che rispecchiasse la mia indole. La passione per i profumi nasce anche grazie ai miei nonni, che hanno gestito la prima profumeria della Farmacia del Vaticano e hanno portato dei marchi, fino ad allora sconosciuti, in Italia che oggi sono tra i più importanti non solo in Italia della profumeria artistica. La mia passione, dunque, è cresciuta con me al punto che ho deciso di lasciare il percorso universitario che avevo scelto per far diventare la mia passione nel mio lavoro. E’ stato in questo momento che ho deciso di andare a Grasse, dove ho potuto approfondire l’arte della creazione e l’importanza delle materie prime nella scuola più importante dell’Alta Profumeria.

Da dove prendi ispirazione per le tue fragranze?

Prendo ispirazione dalle piccole cose quotidiane, perché credo che la bellezza e la creatività si nascondano nei dettagli più semplici. Amo osservare la natura, il suo ciclo continuo e i suoi cambiamenti: i fiori che sbocciano, il vento che porta con sé profumi sottili, il modo in cui la luce si riflette su una foglia. Ma osservo anche le persone, i loro gesti, i loro stati d’animo, perché credo che ogni emozione umana possa essere tradotta in una fragranza. Mi ispirano i momenti autentici della vita quotidiana, quelli che spesso passano inosservati, ma che racchiudono un mondo di sensazioni. È proprio da queste esperienze semplici che nascono idee e intuizioni che poi prendo con me quando creo una fragranza.

Lo sguardo della GenZ sulla Profumeria di Nicchia: a tu per tu con Caterina Catalani

Le nuove generazioni sono sempre di più alla ricerca di qualcosa che li distingua dalla massa, quale pensi sia il motivo?

Credo che un profumo sia molto più di un semplice “buon odore”. Quando una persona trova il “suo” profumo, crea una connessione profonda, un legame che va oltre l’apparenza e riflette la sua identità. La ricerca di qualcosa che sia unico e diverso da ciò che indossano tutti è segno di una crescente consapevolezza di sé. Oggi rifletto molto su questa cosa, perché spesso le persone indossano lo stesso profumo perché è più noto. Ci faccio caso quando per esempio, a Londra, salgo in metro e sono rapita da quei profumi che finiscono per diventare quasi opprimenti e sulla pelle di tutti. Fortunatamente, in risposta a tutto questo c’è una parte importante di persone, soprattutto di giovani, che dopo il Covid, hanno sentito il bisogno di intraprendere un viaggio introspettivo per raccontare i bisogni più intimi, gli stati d’animo e riscoprire se stessi per trovare un’autenticità che li renda davvero felici. Un modo per farlo è scegliere qualcosa che ti distingua veramente. E quale modo migliore per farlo se non attraverso una fragranza che rispecchi veramente la propria essenza?

Credi sia possibile avvicinare i ragazzi al mondo delle fragranze artistiche? Secondo te quale potrebbe essere il modo migliore?

Il modo migliore per avvicinare i miei coetanei a questo mondo è invitarli a fare un viaggio olfattivo e non ad indossare semplicemente un profumo. E’ così che possono vivere le fragranze a 360 gradi, prima ancora di acquistarle. È fondamentale far conoscere la qualità delle materie prime, raccontare il motivo per cui un profumiere o un “naso” sceglie una determinata essenza piuttosto che un’altra. Lo vedo con i miei amici, quando mi diverto a raccontare un profumo, le porto nel cuore della creazione, sono curiose, si divertono e capiscono quanta sensibilità c’è dietro ogni fragranza e quanto potere ha un profumo.

Rispetto a qualche anno fa, i progressi tecnologici hanno dato ai nasi grandissime possibilità espressive. Con che materie prime ti piace maggiormente lavorare? 

Mi affascina molto l’aspetto della tecnologia nel campo delle fragranze. E’ affascinante vedere come il mondo degli aromi stia gradualmente incontrando quello dei profumi. Lavoro spesso con materie prime tradizionali come il sandalo indiano o l’agarwood, che apprezzo per la loro profondità e ricchezza, ma cerco sempre di aggiungere un tratto innovativo e contemporaneo alle mie creazioni. Non posso fare a meno delle note fruttate nelle mie composizioni: sono un elemento distintivo che porta un twist con carattere a ogni fragranza che realizzo!