È una sorta di psicodramma tutto milanese quello che tiene in ostaggio tutti i social in questi giorni. Il nuovo albero di Natale griffato (nel vero senso della parola) Gucci in galleria Vittorio Emanuele II non piace a tutti i meneghini. Tropo poco chic per la capitale della moda, o meglio un tantino troppo pacchiano, o forse solo brutto, chissà. Intanto, nei commenti ai vari post le critiche, spesso taglienti, non si fanno mancare. La proposta, oseremo dire futuristica, del brand di alta moda rompe una sponsorizzazione lunga anni firmata Swarovski. E forse è anche questo cambiamento a non andare giù a molti milanesi. Perché adesso il tradizionale abete dell’iconica azienda di gioielleria, agghindato con tanto di lucine e di classiche palline, lascia spazio al Gift of Love, un’istallazione (artistica più che natalizia) che sa poco di tradizione, e che a molti è sembrata solo “una catasta di cuscini”…
Gucci ruba il Natale ai milanesi, ma cos’è quella catasta di cuscini?
Ma dov’è finito il Natale tradizionale? A quanto pare non è rimasto nulla di quei bei ricordi che fanno venire la nostalgia, tutto è sparito. E adesso, perlomeno a Milano, il nuovo che avanza vuole toglierci anche l’abete, le sue foglie appuntite e fini, le palle da appendere, le luci che lo devono abbracciare da cima a fondo, e poi i nastri e i nastrini che fanno tanto scenografia, che fanno calore anzi. Ecco, al posto di tutto ciò, ripetiamo: almeno a Milano, adesso è presente quella che da molti viene considerato come un volgarissimo “albero di airbag”.
Si chiama Gift of Love, porta la firma di Gucci ma all’atto pratico è stata realizzato dalla società Luxury Goods Italia spa. In poche parole si tratta della nuova immagine del Natale, quello del nuovo millennio (avanzato) che sembra guardare più all’immagine che alla tradizione, un discorso molto capitalista, e dunque anche molto milanese. Eppure i milanesi, quelli veri, non ci stanno. Almeno per il 25 dicembre richiedono una sorta di stop dalla fredda frenesia della metropoli, e il caldo dell’albero che ogni anno addobbava Swarovski in galleria appariva perfetto, adesso invece…
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Il regalo, o meglio i regali portati da Gucci per il 2023, i quali riprendono il leitmotiv apparso nelle vetrine del brand in giro per il mondo, non sembra aver scaldato il cuore della città. “Milan is so sad” recita un commento sotto un post Instagram della maison, “Andava bene per un outlet non per il cuore della città” recita (tradotto) un altro. La questione di fondo qui è che quest’albero non è né bello, secondo l’opinione di molti cittadini, né tantomeno è rispettoso della tradizione. Il Natale è dunque rovinato…
Il sindaco Sala dice che “è strano”, ma i cittadini dicono di peggio…
All’accensione dell’albero di natale Gucci la galleria Vittorio Emanuele II era gremita di visitatori. Al centro dell’Ottagono, di fronte la futuristica installazione, erano presenti il sindaco Beppe Sala, l’attrice Margherita Buy, la giornalista di moda Anna Dello Russo e il presidente di Gucci Jean-François Palus. Se siete sorpresi nel leggere un nome francofono, vi ricordiamo che la maison fiorentina adesso è parte del gruppo francese Kering, il quale possiede anche Yves Saint Laurent, Bottega Veneta e Balenciaga.
Comunque sia, le polemiche riguardo l’albero, sempre se così è possibile chiamarlo, non hanno atteso molto prima di cominciare a spuntare qui e là tra i commenti sui vari social. La prima critica però non è stata digitata, ma pronunciata dallo stesso Sala, il quale si è limitato a dire che “è stano”, senza infierire più di troppo. Di altro avviso sono stati i cittadini inferociti sulle varie piattaforma. Ormai le offese più originali hanno fatto il giro d’Italia: “Cascata di cuscini” e “Albero di airbag” i più fantasiosi, e poi si passa ai classici “tristissimo” e “inguardabile”. Insomma, non si leggevano così tante ingiurie ad un albero di Natale dai tempi del romano Spelacchio.
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Menomale che l’operato di Gucci per questo Natale non si ferma qui. Ancora una volta, quasi a fare da pacere tra i milanesi e il marchio haute couture, ci pensa Sala che elenca i vari interventi che l’azienda di moda si è impegnata di realizzare in queste festività. “Qui c’è il vostro albero ma illuminerete anche un chilometro di strada al Corvetto, vi prenderete cura e abbellirete tre scuole lì intorno, sarete anche voi parte della comunità”. Tutto bello, e tutto molto natalizio, ma l’albero intanto rimane quel che è, e sale la nostalgia se lo si confronta con quello degli anni precedenti, o con quello del Rockefeller Center di New York, che si guarda bene dal girare le spalle alle tradizioni del Natale…