Ad Arese, o comunque nel Gruppo Stellantis, non sembrano avere le idee molto chiare. Ma cosa sta succedendo? Tutto gravita intorno al brand del Biscione che, a poche ore dal debutto del suo ultimo modello, ha dovuto cambiare il nome dell’auto con un’operazione che ha del clamoroso. Insomma, Alfa Romeo si è vista costretta, anche se non lo è stata veramente (forse ha voluto evitare proprio questo), a modificare la denominazione del B-SUV che ha fatto tanto discutere in questi ultimi giorni. Una vettura che sembra aver tradito, a detta di molti, alfisti e non, la lunga tradizione dell’azienda lombarda, che ormai di meneghino sembra avere molto poco, design e motorizzazioni bocciati, il restyling del mitologico scudetto anche, e infine anche il nome è stato criticato aspramente; ma quest’ultimo dai piani alti della politica. Insomma, dimentichiamoci Milano e cominciano a chiamare questa compatta con il suo nuovo nome: Junior. Ma perché?
Alfa Romeo si scontra con la politica, e cancella Milano…
Un caos fondato sul nulla, o quasi. Se proprio vogliamo essere onesti, infatti, tutta questa baraonda ce la potevamo aspettare, e pure con molto anticipo. In fin dei conti, osservando l’atteggiamo di alcuni automobilisti, e soprattutto di appassionati di determinati marchi produttori di quattro ruote, certe critiche, aspre, dure, sconsiderate anche se vogliamo, e in qualche modo addirittura violente, erano piuttosto attese. D’altronde Stellantis, colosso automobilistico guidato dal portoghese Carlos Tavares (amministratore delegato) e dal nipote dell’Avvocato Agnelli John Elkann (presidente), non sembra aver legato poi così tanto con i propri clienti, soprattutto quelli italiani che si vedono depredati di alcune sue icone, da Fiat al Biscione, per l’appunto, e poi ancora Abarth, Lancia e Maserati.
Dall’altra parte, però, anche quanto fatto dallo stesso produttore in questione era alquanto atteso. Insomma, l’obiettivo di Stellantis è quello di creare un ampio ventaglio di proposte tra vari brand – ricordiamo che questo gigante dell’automotive controlla anche aziende del settore del calibro di Peugeot, Citroën, Jeep e Opel – utilizzando solamente una e una sola tipologia di piattaforma per ogni segmento. Un esempio pratico è quanto accaduto con la Peugeot 208, l’utilitaria di segmento B del leone parigino, che ha dato vita poi alla nuova Opel Corsa e alla nuovissima Lancia Ypsilon, tutto ciò utilizzando la STLA Small.
E lo stesso è stato fatto con la Milano (ehm… Junior), un progetto simile alla Peugeot 2008 – in molti sui social hanno criticato aspramente la nuova Alfa descrivendola spregiativamente come una “2008 ricarrozzata” – e allo stesso tempo alla Jeep Avenger, Opel Mokka e Fiat 600. Insomma, in poche parole un SUV di segmento B, dalle dimensioni compatte, ma dalla carrozzeria muscolosa. E in questa narrazione Stellantis di colpe ne ha ben poche. Eppure…
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Eppure, dicevamo, esistono tante altre questioni che fanno parte del progetto Junior. Dove viene prodotta questa vettura? Perché? E perché è stata chiamata Milano? E con quale intento? E quali sono i fatti antecedenti che hanno portato al cambio del nome?
Tanti sono gli aspetti che hanno portato al caos di questi giorni. Prima di tutto, Alfa sembrava avere un grande dubbio sul nome già dagli inizi; il progetto, infatti era stato battezzato Brennero, seguendo la stessa scia di Stelvio e Tonale. Inoltre, occorre tenere conto anche dei vecchi dissidi e allo stesso tempo delle intese tra Tavares e il Governo Meloni, soprattutto con il ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso, che alla fine ha voluto intervenire sulla questione: “Questa auto non può chiamarsi Milano”…
Il nome violava una legge, ma che c’entra Milano con la Polonia?
Il nome Milano, secondo il pensiero del brand, doveva celebrare le radici del Biscione; tant’è che la presentazione in anteprima della vettura è stata organizzata proprio nella metropoli meneghina, il capoluogo lombardo, con la presenza non solo di Jean-Philippe Imparato (Ceo di Alfa Romeo), ma anche dello stesso Tavares e del sindaco di Milano Beppe Sala.
Ed è proprio in questa occasione, da lontano, che il ministro Urso ha tuonato: “Un’auto con il nome Milano si deve produrre in Italia, altrimenti si dà un’indicazione fallace che non è consentita dalla legge Italiana” (fonte Il Giorno). Sì, perché la Junior, cominciamo ad abitarci a chiamarla così, sarà prodotta proprio nello stabilimento di Stellantis a Tychy, in Polonia; un dettaglio che di certo non è sfuggito al Governo.
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Alle parole di Adolfo Urso hanno seguito immediatamente quelle di un altro ministro, vale a dire quello delle infrastrutture e dei trasporti (nonché vicepremier) Matteo Salvini, che ha dichiarato: “Io tifo sempre italiano – ha dichiarato il leader della Lega in occasione del G7 sui trasporti avvenuto a Milano (fonte Il Giornale) -, ma lì, in Stellantis, di italiano è rimasto ben poco […] Che si chiami ‘Milano’ – ha continuato il politico – per me è una bellissima cosa. Certo che dare lavoro per produrla a operai e terzisti e piccole imprese fuori dal territorio italiano non rende onore alla storia di questo marchio e di questa azienda“. E a tutto ciò ha risposto, alla fine, Imparato.
“Siamo perfettamente consapevoli che questo episodio rimarrà inciso nella storia del Marchio – comincia così la nota ufficiale rilasciata dal dirigente tramite un comunicato stampa di Stellantis -. È una grande responsabilità ma al tempo stesso è un momento entusiasmante. La scelta del nuovo nome Junior è del tutto naturale, essendo fortemente legato alla storia del marchio ed essendo stato fin dall’inizio tra i nostri preferiti e tra i preferiti del pubblico. Come team scegliamo ancora una volta di mettere la nostra passione a disposizione del Marchio, di dare priorità al prodotto e ai clienti. Decidiamo di cambiare, pur sapendo di non essere obbligati a farlo, perché vogliamo preservare le emozioni positive che i nostri prodotti generano da sempre ed evitare qualsiasi tipo di polemica. L’attenzione riservata in questi giorni alla nostra nuova compatta sportiva – ha concluso Imparato – è qualcosa di unico, con un numero di accessi al configuratore online senza precedenti, che ha provocato il crash del sito web per alcune ore”. Quindi, cari lettori, adesso questa nuova Alfa chiamatela Junior…
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