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Auto a Idrogeno, come funzionano e tutte quello che c’è da sapere…

Auto a Idrogeno, come funzionano e tutte quello che c’è da sapere…
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Le auto a idrogeno sono un mondo ancora tutto da scoprire, iniziamo ad allargare gli orizzonti delle emissioni zero!


In questi ultimi anni le menti e i pensieri, e forse anche i sonni (tra incubi e sogni, dipende dalla visione soggettiva) degli amanti delle quattro ruote, sono stati completamente occupati dalla questione della mobilità a zero emissioni. Insomma, lo spettro dei motori elettrici e delle batterie si sta facendo sempre più reale, e non si riesce veramente a pensare ad altro. Forse però, esiste un piccolo sviamento dal pensiero unico delle automobili full electric. Si tratta delle soluzioni alternative che riescono comunque a garantire una propulsione del tutto green. Tra le varie voci fuori dal coro, se tali possiamo considerarle, sicuramente la più curiosa di tutte riguarda le auto a idrogeno. Un’alimentazione a dir poco innovativa, anche se sono anni che se ne parla, ma che non riesce a sovrastare l’elettrico; spinta continuamente ai bordi delle discussioni automobilistiche. E oggi abbiamo deciso di riportarla al centro!

Ma le auto a idrogeno possono davvero essere considerate una valida alternativa al full electric? Scopriamolo insieme…

Chi pensa che l’idrogeno, ovviamente in un ambito automobilistico, sia questione dell’ultima ora, si sbaglia di grosso. Basti pensare che, tanto per tornare alle origini, uno dei primi modelli di quattro ruote (di serie) ad essere dotato di tale alimentazione è stata la Honda FCX Clarity, realizzata dopo numerosi tentativi ed esperimenti nel lontano 2007. Insomma, non proprio ieri eh.

Ma esistono altri progetti addirittura precedenti, e di molto. Bisogna infatti tornare indietro fino agli anni ’60 per risalire alle radici delle auto a idrogeno. Tra i concept più famosi della storia, perché ancora si parla solamente di prototipi, fanno la loro apparizione la BMW 520h del 1979 e la Mercedes-Benz 280 TE dual-fuel dell’84. Poi bisogna compiere un grande salto e arrivare al 1993 con la Mazda MX-5 NA.

A questa sono poi seguite varie sperimentazioni, le quali però non sembrano siano riuscite a colpire né gli automobilisti né il mercato e il settore intero. Ovviamente, con la questione delle già citate emissioni zero, l’idrogeno è tornato di moda nella veste di outsider.

Oggi tutti sembrano essersi appassionati di questa tecnologia, seppur soltanto a parole. Essa, infatti, appare in questi tempi come l’alternativa più sicura e realista dei propulsori full electric. Il mercato, bisogna dirlo, neanche ora pullula di auto a idrogeno; eppure la sua nomea, vale a dire quella dello stesso H (simbolo dell’elemento chimico in questione) è cresciuta sempre di più.

Ma a quanto pare una passione così disinteressata non basta. Se proprio si vuole considerare l’idrogeno una valida alternativa per il futuro dell’automotive, occorre quanto meno conoscerlo, scoprire come funziona, quali sono i suoli lati positivi e quali quelli negativi, e anche quali sono (se ci sono) le sue varianti.

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Auto a Idrogeno come funzionano

L’alimentazione a idrogeno sembra appassionare molti automobilisti, ma come funziona effettivamente?

Cominciamo dalla più grande banalità dell’argomento in questione. Dunque, si definiscono auto a idrogeno tutte quelle vetture che al posto del carburante convenzionale (che può essere benzina o gasolio, o altro) o dell’energia elettrica, al fine di generare energia utilizza proprio l’elemento chimico sopracitato.

Questa tecnologia, inoltre, può funzionare in due diverse modalità. In poche parole, è possibile che le vetture in questione siano dotate o di un motore a combustione termica (un propulsore termico per intenderci, oppure uno elettrico. Nel primo caso la vettura prenderà il nome di HICEV, che non è altro che l’acronimo della terminologia inglese Hydrogen Internal Combustion Engine Vehicle, nel secondo caso, invece, queste si chiameranno FCEV, e cioè Fuel Cell Electric Vehicle.

Nella versione elettrica, una pila a combustibile, conosciuta anche con il nome di cella a combustibile, dà vita ad una reazione tra idrogeno e ossigeno; quindi in questo caso non avviene alcuna reale combustione, ma l’energia necessaria viene a crearsi semplicemente attraverso questa pila.

I pro e i contro delle auto a idrogeno, una valida soluzione alternativa che non riesce a sbocciare definitivamente

Parlando dei vantaggi di questa tecnologia, potremmo dire che a differenza dei classici propulsori termici a benzina o diesel, l’alimentazione a idrogeno riesce a garantire una riduzione (quasi) totale delle emissioni di composto di carbonio; queste si trasformano, dopo un semplice procedimento chimico in vapore acqueo.

All’abbattimento delle emissioni, però, devono essere aggiunti anche alcuni lati negativi della questione. Prima di tutto, questa tecnologia incide molto sul peso totale della vettura, ma soprattutto, l’accessibilità è ancora oggi veramente troppo limitata (e non solo in Italia).

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Idrogeno verde, viola, blu e nero. Ma quali sono le differenze tra tante varietà (e colorazioni)?

Cominciamo subito col dire che attualmente, le pochissime auto a idrogeno presenti in commercio, utilizzano l’idrogeno in stato gassoso, e dunque incolore. Esistono però, se lo si osserva attentamente, varie tinte alle quali esso può tendere.

L’idrogeno verde viene estratto dall’acqua utilizzando la corrente proveniente da fonti energetiche rinnovabili. Per estrarre quello viola, invece, viene utilizzata una corrente prodotta da una centrale nucleare. Nel caso dell’idrogeno blu vuol dire che la produzione di idrogeno da combustibili fossili è accoppiata ad un sistema di cattura e di stoccaggio permanente della CO2 prodotta nel processo; mentre l’idrogeno nero è quello meno sostenibile del gruppo, in quanto viene estratto dall’acqua usando la corrente proveniente da una centrale elettrica a carbone o petrolio.