Home » Viaggi » Carnevale nei Borghi d’Italia, ecco le tradizioni più belle e dove viverle…

Carnevale nei Borghi d’Italia, ecco le tradizioni più belle e dove viverle…

Carnevale nei Borghi d’Italia, ecco le tradizioni più belle e dove viverle…
Lettura: 5 minuti

Il Carnevale in Italia è un momento che racconta storia e tradizioni. Ci sono borghi che in questo periodo dell’anno regalano degli spettacoli meravigliosi in ricordo di momenti significativi. Ecco le più belle tradizioni del Carnevale…


Si sta avvicinando il Carnevale e inizia anche il pensiero di come travestirsi e dove andare, ma in realtà il Carnevale è molto più di un semplice giorno per travestirsi, mangiare dolci è una festa che racchiude in sé tante tradizioni e tanti significati antropologici. La festa del Carnevale è per questo un momento che va seguito anche sotto altri punti di vista perché capace di raccontare i momenti e il sapore antico di certi luoghi. Nato in risposta alla Quaresima, come momento per dare massima libertà alla proprio carattere e vitalità, ai propri vizi, questa festa è celebrata in Italia in maniera molto forte in tantissimi centri più o meno grandi. La maggior parte di noi è abituato a sentir parlare del Carnevale di venezia con i suoi party esclusisi a quello di Viareggio e Putignano con le migliori maschere di cartapesta e carri allegorici, ma dovete sapere che ci sono dei borghi più piccoli che riescono ad incuriosire per alcune tradizioni più autentiche e molto radicate che sono racconto di usi e costumi del posto. Ecco alcuni borghi d’Italia famosi per la loro tradizione del carnevale…

Offida: il Carnevale dei Vlurd e de “lu bov fint”

Il Carnevale in questo piccolo centro delle Marche è un’esperienza tutto da vivere, un’esperienza da fare e a cui assistere. In questo borgo medievale che fa parte dei borghi più belli d’Italia, il Carnevale inizia sempre il 17 gennaio e si proluna fino al mertedì grasso. Il Carnevale qui ha una tradizione molto antica che risale al 1700 e si esprime ancora oggi con due momenti caratteristici e coinvolgenti  la caccia de “lu bov fint”, il venerdì successivo al Giovedì Grasso e la processione dei “Vlurd” che si svolge la sera del mertedi grasso. La caccia de “lu bov fint” è una sorta di corsa per le vie del paese di questa sagoma guidata da uomini con la tipica maschera de “lu guazzarò” un abito che appartiene alla tradizione del lavoro contadino. La processione dei “Vlurd” è davvero un momento molto emozionante, un corteo si snoda per le vie del paese con lunghi fasci di canne infuocati e poi gettati in piazza per il falò finale che sigla la fine del Carnevale e l’inizio della Quaresima.

Étroubles: il Carnevale della Comba Frèide

Siamo in un piccolo centro della Val d’Aosta, famoso per essere un museo a cielo aperto, visto che tra le sue vie si mescolano opere d’arte e quadri che lo rendono particolarmente delizioso e caratteristico. Qui il Carnevale ha un significato storico davvero particolare perché è legato al passaggio di Napoleone nella Valle del Gran San Bernardo. Il suo nome è davvero particolare e legato al clima gelido che si respira in questo periodo nella valle. Questo Carnevale ancora oggi riesce però a trasmettere l’atmosfera del passaggio dei soldati al seguito di Napoleone nel maggio del 1800 anche se una leggenda più curiosa dice che sia nata in occasione del matrimonio di due sempliciotti già un po’ anziani che furono festeggiati dal paese, che per questo decisero di utilizzare degli abiti un po’ bizzarri. Le maschere tipiche sono chiamate landzette e sono costumi colorati e cappelli che ricordano le uniformi napoleoniche. Il volto delle landzette è coperto da una maschera un tempo di legno e da un punto di vista antropologico sembra fossero interpretati come strumenti simbolici per scacciare gli spiriti avversi.

Sauris: Il carnevale più antico della Carnia

Un Carnevale dalla lunga storia è quello di questo borgo della Carnia, in Friuli Venezia Giulia. Questo piccolo borgo di montagna fatto di malghe e colorato di pascoli a Carnevale diventa scenografia perfetta per una rievocazione molto suggestiva. In questo borgo in cui si parla ancor aun po’ tedesco il Carnevale iniziava dopo l’Epifania con la benedizione. Tutto ruota intorno a due maschere tradizionali  quelle del Kheirar e del Rölar. Il Rölar vestito di scuro e con la faccia coperta di fuliggine, fa tre volte il giro del paese, agitando i rumorosi sonagli (röln) che porta appesi alla cintura per avvisare la gente che era ora di prepararsi. Tutto il paese allora si maschera esistono due gruppi le maschere belle e quelle brutte. Le maschere belle indossano i vestiti a festa colorati e preziosi, mentre quelle brutte vestiti strappati o rattoppati e coprono il viso con una brutta maschera di legno o con uno straccio annodato dietro la nuca. Di sera le maschere girano per le case accompagnati da un suonatore e guidato dal Kheirar, il “regista” della mascherata. Questo personaggio munito di una scopa da stalla bussa col manico sulla porta di una casa, entra in cucina e invita le maschere a ballare rendendo il paese un magico posto di montagna ricco di vitalità.