Quando si sceglie di visitare un borgo si sa già che si entrerà spesso in un posto che sembra fuori dal tempo, dove il ritmo è sicuramente più lento rispetto a quello che viviamo ogni giorno. I borghi hanno sempre qualcosa di magico, di autentico, hanno la bellezza delle cose mai rovinate, dei paesaggi meravigliosi, hanno le tradizioni ancora vive. Tra i tantissimi borghi che l’Italia ci regala, quelli sui laghi, incastonati tra le montagne, ce ne sono alcuni che si distinguono per la loro forma, per le loro leggende, alcuni che oggi faremo anche difficoltà come possa essere accaduto un tempo qualcosa di grandioso in un posto che oggi ci sembra fantasma, eppure non è affatto così..
Storie intriganti e grandiose dentro a borghi fantasma
Ci sono oggi tanti turisti che vanno alla ricerca di borghi fantasma nelle loro gite fuori porta. I borghi che vengono definiti fantasma sono quelli che un tempo erano carichi di vita, avevano tantissimi abitanti e invece oggi sembrano solo delle vie di case vuote, sono luoghi dove regna il silenzio e che se da un lato possono regalare un senso di pace, dall’altro mettono curiosità e timore. Ce n’è uno, nella Brianza, che una volta che ci mettete piede non potreste mai immaginare cosa accadeva li una volta… perché sembra davvero impossibile! Stiamo parlando di Consonno.
Consonno: il borgo che non era come appare oggi
Nel paesaggio più autentico della Brianza, tra cascine e borghi, poco lontano dai laghi e dalle sponde dell’Adda, ad un’altezza di 630 m sul livello del mare, si trova un delizioso borgo che è proprio un balcone sulla Brianza, è Consonno. Oggi a vederlo da lontano questo borgo che è la frazione di Olginate un paese in provincia di Lecco si fa quasi fatica a pensare che li qualcuno una volta vivesse e che ci fosse tanta vivacità, perché oggi Consonno è conosciuta come la città fantasma ad un’ora da Milano, eppure è proprio il momento di sapere che addirittura veniva definita fino agli anni ’70 la Las Vegas Italiana. Consonno per vivere, infatti, fu trasformato in un parco giochi, ma ahimé non sopravvisse molto a questa sua nuova identità e dopo un’importante catastrofe naturale divento solo un gruppo di case disabitate. Fare un giro al borgo oggi, infatti, sembra un’esperienza quasi surreale, camminando si sente il rumore dei propri passi in architetture maestose. Partiamo dall’inizio…
La storia di Consonno: da piccolo centro agricolo a sogno di una grande Las Vegas
Questo borgo ha una storia d’origine molto simile a quella degli altri comuni della Brianza, qui la vita scorreva con il ritmo dell’economia agricola. Si viveva dedicandosi alla campagna e ai pascoli, fino a quando non fu contaminata dalla tentazione di seguire i modelli delle cittadine che si sono sviluppate grazie all’economia dell’industria, ma il suo cambiamento non si fermò qui. Ma come avvenne la sua trasformazione? Negli anni Sessanta essa fu “avvistata” dal Conte Mario Bagno che aveva un sogno preciso farla diventare la capitale dell’intrattenimento italiana, essendo di fatto molto vicina a Milano. Egli acquistò tutto l’intero borgo, demolì le case e creò un’architettura volta al gioco, con palazzi dalle costruzioni bizzarre. Se da principio egli promise che tutto sarebbe stato costruito seguendo un rispetto del territorio, così non avvenne perché quel Consonno in un attimo non esisteva più e con lui anche il sogno che si era fatto credere agli abitanti del piccolo centro della Brianza abituato a vivere di agricoltura e pascolo che immaginava che da li a poco avrebbe vissuto un’esperienza davvero straordinario. L’uragano il Conte Mario Bagno arrivò su Consonno e con le sue ruspe costruì un Minareto, una strana galleria commerciale mai aperta, addirittura un parcheggio multipiano e una pista automobilistica. Oggi a questa Las Vegas Italiana a vederla da lontano e con il suo pensiero non manca proprio nulla e chiaramente, nemmeno il Grand Hotel. Il suo progetto tuttavia non ebbe mai il compimento e della grandiosa Consonno restano oggi solo la tristezza di palazzi in degrado. Chi pensa che la storia, però, finisca qui sbaglia perché in realtà la sua età dell’oro Consonno la visse e fu quando negli anni ’70 proprio i suoi abitanti la trasformarono ancora un volta come la Disneyland della Lombardia creando una sorta di curiosità e un certo richiamo turistico. Il salone delle feste richiamava tantissimi vip da Celentano a Mina
Una visita a Consonno oggi
Perché allora se Consonno non ha vita bisognerebbe visitarla, ci si chiede? Perché questo piccolo borgo è proprio nel suo racconto, il ritratto di un pezzo di storia sociale ed economica nel nostro paese. Non è certo facile farlo perché tante strade sono interrotte, ma si può passare da Villa Vergano di Galbiate. La sensazione è proprio strana, fa riflettere.