Il Mitreo Arte Contemporanea presenta una grande esposizione sull’Aeropittura Futurista: Giulio D’Anna e gli Aeropittori Italiani, a cura di Anna Maria Ruta e Maurizio Scudiero, con il patrocinio del Ministero Aeronautica Militare, della Regione Lazio e di Roma Capitale, organizzato dalle Associazioni culturali M.I.C.RO e MitreoIside e sponsorizzato dall’Associazione Culturale FUTUR-ISM, il più grande portale del Futurismo mondiale.
La mostra nasce dall’incontro di Monica Melani, fondatrice e direttrice artistica del Mitreo e Salvatore Carbone, direttore artistico dell’associazione culturale M.I.C.RO che da anni lavora per la diffusione del “verbo” futurista in Italia e all’estero, in sinergia con storici dell’arte e collezionisti con il comune intento di contribuire alla necessaria azione socio-culturale dell’arte nelle periferie urbane, e per consolidare la vocazione del Mitreo Arte Contemporanea come presidio e polo culturale di sviluppo relazionale, coesione sociale ed emancipazione culturale di Corviale, in apertura dialogica con la sua città.
Il progetto si inserisce all’interno di un calendario di esposizioni dedicate al Futurismo che va dall’antologica su Baldessari futurista, inaugurata ad aprile a Rovereto, alla mostra su Giulio D’Anna al museo del Grabado in Spagna, a quella su Depero prevista per il mese di luglio a Viareggio, per concludersi con la grande mostra sul Futurismo, organizzata dal Ministero della Cultura, che si terrà alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma in ottobre.
Le Artiste dell’aeropittura futurista
Nel Mitreo saranno esposte 70 opere di aeropittori e aeropittrici italiani. Grande attenzione, all’interno dell’esposizione, è stata data alla presenza delle artiste dell’aeropittura futurista che si sono distinte all’interno della corrente artistica, confermando lo spirito che anima la fondatrice del MitreoIside, nel rimettere al centro di ogni emozione, azione, progetto e relazione, l’unione armonica fra i generi – un patto d’amore reso ancor più necessario dalla conflittualità esasperata dei nostri tempi – ribadendo il ruolo e l’importanza di liberare, valorizzare e rimettere in circolo l’energia e la forza femminile di Corviale e non solo, che per sua natura, fluida e dinamica, sa e sente come accogliere, includere, mediare, creare e trasformare.
Ma che cos’è l’Aeropittura? Ce lo svela Maurizio Scudiero
Maurizio Scudiero nel testo critico svela: «Una prima, immediata, risposta potrebbe indicare delle opere d’arte, di pittura, genericamente ispirate al volo, o all’aeronautica, dunque una corrente artistica d’ispirazione aviatoria. In realtà, se da una parte è vero che l’Aeropittura trae la sua prima ispirazione dal volo, essa non va però confusa con tutto ciò che, indistintamente, al volo s’ispira. In questo caso sarebbe solo una pittura di genere. Invece, per essere tale, un’opera di Aeropittura deve rientrare in alcuni precisi parametri operativi che sono stati codificati in un manifesto teorico e programmatico da parte di un nucleo di artisti firmatari, verso la fine degli anni Venti. Tutto ciò perché l’Aeropittura fu in pratica una filiazione del Futurismo, o, per la precisione, una sua metamorfosi. E le opere che ne risultarono contemplavano le mutevoli prospettive visive offerte dal volo, del tutto nuove e rivoluzionarie rispetto a quelle terrestri proprio per questa continua modificazione dei punti di vista che costringevano il pittore a ulteriori sintesi e trasfigurazioni. L’Aeropittura, in altri termini, fu il risultato di un’acquisita nuova sensibilità visiva. La terra è osservata dall’alto e, cosa ancora più interessante, è osservata dinamicamente, dunque in una continua successione di visioni mutevoli. Tutto ciò il pittore deve poi riversare sulla tela, ma aggiungendovi inoltre anche il senso di una nuova coscienza spirituale quale risultante psico-fisica dell’affrancamento dalla pesantezza della condizione terrestre».
E come specifica Anna Maria Ruta: «L’aeropittura attrae subito, pur se episodicamente, perché consente la sintesi, la trasfigurazione e un’accattivante moltiplicazione di forme e colori nel tentativo di rendere sulla tela planate, virate, decolli e di comunicare l’idea della relatività di spazio e tempo. È però solo nei primi anni Trenta che si moltiplicano opere e mostre e che l’aeropittura diventa la nuova prospettiva dei pittori futuristi, che vi indirizzano le proprie ansie interpretative e sperimentali con una varietà notevole di soluzioni: in alcuni predominando l’astrazione del corpo meccanico autonomo, in altri un lirismo fantastico, che guarda al paesaggio e ai monumenti sottostanti più che all’ aereo, nella maggior parte dei casi ritratto dall’ottica meccanica con tutte le rotondità volumetriche e i grigiori metallici propri».