La Carnia è uno di quei territori davvero affascinanti, che ha essenza selvaggia e autentica, che profuma di tradizioni, che incanta per le sue forme e i suoi colori. Questa zona del Friuli Venezia Giulia viene spesso paragonata al palmo di una mano in cui la linea più importante è quella del Tagliamento. Il suo nome rimanda al popolo celtico che per primo colonizzo’ questa terra e dopo loro molti altri popoli la scelsero per la sua posizione e il suo fascino. Oggi è proprio questo susseguirsi di popolazioni che rende ancora più ricca questa terra, qui i borghi sono piccole gemme incastonate nelle montagne, nascosti tra le vallate, sono paesi disabitati per lungo tempo che poi hanno ripreso vita con una nuova veste diventando anche dei centri turistici oggi molto amati. E sì perché la Carnia dimenticata a lungo, oggi viene voglia di essere scoperta e visitata in tutti i periodi dell’anno. Ecco un nostro itinerario tra i borghi più incantevoli della Carnia…
Sutrio: il borgo che è l’essenza della Carnia
Poco più di mille abitanti, Sutrio, uno dei più caratteristici paesi della Carnia, fra le montagne del Friuli Venezia Giulia, è famoso per la lavorazione del legno, un artigianato a cui i suoi abitanti si dedicano da secoli. Esso si trova in una magnifica posizione sulla riva destra del fiume Brut ed ha una storia molto antica. Il suo centro storico è ben restaurato, perché mantiene sia l’architettura spontanea dell’arco alpino che quella caratteristica ad archi e loggiati, lasciata dall’influenza della Serenissima. Particolari sono le case in pietra e facciate colorate. Sutrio sa essere il ritratto della Carnia perché è un luogo dove si può vivere l’esperienza di vivere il paesaggio attraverso i tanti percorsi naturalistici che partono da qui, il borgo si trova, infatti, ai piedi dello Zoncolan, a cui è collegato da una strada che porta in quota in 8 km di percorso. A Sutrio si può anche vivere una bellissima esperienza enogastronomica in uno dei piccoli e rustici ristoranti e accoglienti trattorie che propongono una cucina legata ad ingredienti poveri ma genuini della montagna, esaltati dalla grande ricchezza di erbe spontanee che crescono in questa zona e di spezie particolari, introdotte dal passaggio di molte popolazioni.
Arta Terme: il borgo per una fuga di relax
Chi vuole vivere un aspetto inedito delle Alpi sicuramente resterà affascinato da Arta Terme un borgo poco lontano da Sutrio conosciuto per le sue sorgenti di acqua termale sin dai tempi dei romani. Arta Terme è conosciuto per essere stato anche il luogo di ispirazione per Giosué Carducci che arrivò qui nel 1885 per curare un disturbo e rimase qui a lungo. Oggi qui si possono fare dei trattamenti e rituali di benessere in uno storico stabilimento.. Il borgo è la base di partenza per raggiungere i “Cjampanii dal lander” ovvero i“Campanili dell’antro” e indica dei curiosi “pinnacoli” che hanno avuto origine dall’erosione delle frane avvenute al termine dell’ultima glaciazione.
Raveo: il borgo goloso della Carnia
E’ già quando si nomina Raveo il pensiero va subito ai biscotti a forma di S che risalgono agli anni 20 e in poco tempo hanno conquistato tutta la Carnia. Il borgo alle pendici del Monte Sorantri non è famoso solo per i biscotti ma anche per delle bellissime costruzioni che si trovano qui, famose la Casa di Miàn, la Casa di Ucèl e la Casa del Medil che risalgono al XVII e al XVIII secolo e rappresentano pregevoli esempi dell’architettura del posto. piccolo borgo alle pendici del Monte Sorantri è senza dubbio la loro “capitale”.
Ovaro: il borgo con tantissime frazioni
Non è un borgo ma un vero e proprio paese diffuso visto che è formato da ben 13 frazioni, un vero gioiello che copre un territorio piuttosto vasto. Le frazioni più importanti sono Agrons e Cella dove sorge uno degli edifici più rappresentativi del piccolo borgo, la Pieve di Santa Maria di Gorto che è il principale centro religioso della Val Degano ed è una delle più antiche della Carnia. La chiesa è stata oggetto di un consistente rimaneggiamento nel Settecento, ma rimangono diverse tracce delle epoche precedenti. Un’altra tappa da non perdere a Ovaro è la visita al Palazzo Micoli Toscano, una dimora dell’ottocento che sorge nella frazione di Mione ed è conosciuta come la casa dalle 100 finestre.