Il Salone del Mobile 2025 si è appena chiuso a Milano, lasciando dietro di sé quella sensazione elettrica che solo i grandi eventi sanno regalare. Un appuntamento che ha superato ogni aspettativa, non tanto per i nomi blasonati presenti, quanto per la capacità di sorprendere davvero, con pezzi unici, visioni inattese e un’energia creativa che ha attraversato padiglioni e stand come una corrente invisibile. Se da un lato abbiamo ritrovato grandi classici e marchi consolidati che hanno giocato sul terreno della continuità, dall’altro ci siamo imbattuti in oggetti che sembrano provenire da un’altra dimensione del design: più emotiva, più sperimentale, più libera.
Tra materiali inconsueti, forme sorprendenti, giochi di luce e rielaborazioni in chiave poetica o ironica dell’idea stessa di arredo, l’edizione 2025 ha puntato tutto sulla ricerca di nuovi linguaggi espressivi. Il risultato? Una mappa affascinante dell’abitare contemporaneo dove il progetto si svincola dalle regole canoniche e si trasforma in installazione, performance, opera d’arte. In mezzo a questa giungla creativa, alcuni pezzi ci hanno colpito più di altri: perché osano, perché raccontano una storia diversa, perché sono, a tutti gli effetti, fuori dagli schemi.
- Gli arredi più inediti, originali e fuori dagli schemi che abbiamo visto al Salone del Mobile
- La Michetta si fa sabbia e pietra: Meritalia riedita un’icona con nuovi occhi
- Folded di Nanimarquina: il tappeto che si fa scultura
- Nevada di Roberto Cavalli Home Interiors: la poltrona è un miraggio nel deserto
- Iris di Milla & Milli: un fiore in legno massello
- Chapeau di Lago: geometria e provocazione
- Fera di Lyxo: un accessorio che sorprende per colore e funzione
- Maap di Erwan Bouroullec per Flos: la luce si plasma come tessuto
Gli arredi più inediti, originali e fuori dagli schemi che abbiamo visto al Salone del Mobile
Tra le centinaia di proposte viste durante la settimana milanese, alcune si sono imposte per carica simbolica, uso dei materiali o semplicemente per la loro presenza scenica. Alcune sono riletture poetiche di progetti storici, altre vere e proprie provocazioni formali, altre ancora esercizi di artigianato spinto all’estremo. Ecco la nostra selezione di quelle che, secondo noi, sono state le creazioni più inaspettate e originali del Salone del Mobile 2025.
La Michetta si fa sabbia e pietra: Meritalia riedita un’icona con nuovi occhi
Lontana dagli abituali toni pop e vibranti, La Michetta di Gaetano Pesce torna in scena con una veste totalmente rinnovata: nuance pastello, sabbia, grigio chiaro e avorio che evocano paesaggi naturali e materici. Meritalia propone una rilettura sofisticata e quasi contemplativa del celebre divano modulare, lasciando spazio a un’estetica più soft, in cui ogni elemento – forma, colore, tessuto – parla la lingua della pietra levigata dal tempo. I moduli, disponibili in varie dimensioni, possono essere combinati liberamente per creare composizioni fluide, capaci di mutare nel tempo come dune nel deserto. È un omaggio al potere della natura, ma anche un invito a vivere l’arredo in modo dinamico, affettivo, sempre nuovo.
Folded di Nanimarquina: il tappeto che si fa scultura

Con la Folded Collection, Nanimarquina cancella il confine tra arredo tessile e design tridimensionale. La panchetta, disponibile in tre misure, è interamente rivestita da un kilim in lana afgana che avvolge ogni superficie come un abito sartoriale. Ma ciò che davvero colpisce è la sua capacità di farsi volumetria nello spazio, con angoli piegati che sembrano mimare l’atto stesso del ripiegare un foglio. Il rivestimento non è un semplice decoro: è l’anima del progetto, che restituisce alla materia tessile una centralità strutturale. Una presenza silenziosa ma potente, perfetta per chi cerca un equilibrio tra essenzialità e ricerca formale.
Nevada di Roberto Cavalli Home Interiors: la poltrona è un miraggio nel deserto
Sembra emersa direttamente da un paesaggio cinematografico la nuova poltrona Nevada firmata Roberto Cavalli Home Interiors. Ispirata alle dune e alle rocce dei deserti americani, questa seduta imponente sfoggia uno schienale alto e avvolgente che abbraccia il corpo come una conchiglia. La trapuntatura irregolare del rivestimento ricorda le texture imprevedibili della natura selvaggia, tra erosione e sedimenti. Il risultato è un oggetto scenico, potente e sensuale, in cui convivono la forza del gesto scultoreo e la morbidezza del comfort. Una seduta totemica pensata per interni audaci dove l’arredo diventa dichiarazione di stile.
Iris di Milla & Milli: un fiore in legno massello
Si chiama Iris, come il fiore da cui prende ispirazione, e incanta per le sue forme organiche e la bellezza autentica del legno naturale. La sedia firmata Milla & Milli è realizzata interamente in rovere massello, modellato con maestria per evocare i petali di una corolla in movimento. Il design è fluido, quasi etereo, ma al tempo stesso fortemente materico. Una doppia anima che la rende perfetta per ambienti minimal ma caldi, dove ogni pezzo deve raccontare qualcosa. Più che un semplice complemento d’arredo, Iris è un gesto poetico scolpito nel legno, frutto di una cultura progettuale che unisce serialità e alto artigianato.
Chapeau di Lago: geometria e provocazione

Con il tavolo Chapeau, Lago propone un esercizio di geometria scenografica che sfida le convenzioni del dining table. Il basamento, a doppio cono asimmetrico, è laccato in un intenso color amaranto che attira lo sguardo e ne esalta il dinamismo. Ogni angolazione regala una forma diversa, come un’illusione ottica in continuo mutamento. Accanto, la sedia Novice ne riprende la curva e la cromia, dando vita a un insieme coerente ma mai statico. Chapeau è pensato per dominare lo spazio, per diventare il centro visivo e narrativo del living, e lo fa con la forza dell’arte e l’intelligenza del design.
Fera di Lyxo: un accessorio che sorprende per colore e funzione

Un totem di animali impilabili che diventano vasi, portaoggetti, lampade: la collezione Fera di Lyxo è un’esplosione di fantasia e colore che prende ispirazione dalla simbologia arcaica ma la traduce in chiave pop e funzionale. Ogni elemento ha una forma zoomorfa stilizzata e si può usare singolarmente o combinare con gli altri. Il materiale plastico, resistente e leggero, rende questi oggetti adatti a ogni ambiente, indoor o outdoor. Fera è un sistema giocoso ma non banale, che parla la lingua dell’emozione infantile ma con la maturità del design intelligente.
Maap di Erwan Bouroullec per Flos: la luce si plasma come tessuto
Maap non è solo un’applique: è una scultura luminosa modulabile, firmata da Erwan Bouroullec per Flos. Si sviluppa in orizzontale come un paesaggio di luce, fino a quattro metri di lunghezza, grazie a una struttura magnetica che sorregge un rivestimento in Tyvek. Questo materiale tecnico, simile alla carta ma molto più resistente, può essere modellato a mano, generando pieghe, onde e movimenti che alterano la diffusione della luce. Le quattro sorgenti luminose interagiscono con il tessuto creando un’atmosfera vibrante e organica. Maap è un invito a vivere la luce non come funzione, ma come materia viva e trasformabile.