C’era una volta la vera auto italiana, ma adesso… Arriva, o meglio ancora sta per arrivare, la nuova Fiat Grande Panda, l’innovazione in chiave moderna, crossover e dalla chiara ispirazione della scuola Stellantis del mitico modello anni ’80 che da Torino ha conquistato l’Italia intera (e non solo) grazie alla sua semplicità e a dei prezzi di listino a dir poco incredibili. Costi bassi e alte rese, soprattutto di vendita. Veicolo made in Italy (ma con le giuste proporzioni) se ce n’è uno, dopo la Fiat 500 ovviamente (ma quella del 1957); ma adesso? Tutti hanno paura che la Panda, anche dopo l’operazione che ha sdoppiato il modello in Pandina e Grande Panda, si snaturalizzi sia a livello estetico sia nei prezzi. Il rischio, al momento, sembra esserci, vediamo come si dovrebbe presentare la vettura, appena annunciata dal colosso automobilistico italofrancese.
Ecco come l’auto italiana cambia forma, nome e nazionalità…
Fiat, anche se non sembra, va avanti, e continua ad andare avanti anche sotto l’ala, ahinoi piuttosto francofona di Stellantis. No, l’avvocato Gianni Agnelli non c’è più, come non c’è più (ovviamente) il Senatore, suo nonno, e come non c’è piàù nemmeno Sergio Marchionne, il dirigente italocanadese che salvò letteralmente la storica azienda torinese da un crack che sembrava annunciato. Era il 2004, il periodo più buio per la Fiat, anche dopo la morte del viveur per eccellenza (l’Avvocato). Ed era anche il momento in cui entrò definitivamente in gioco il nipote di Gianni, ovvero John Elkann, ora presidente del colosso italofrancese (con il Ceo portoghese Carlos Tavares). Ok, a questo punto bisognerebbe parlare anche delle varie faccende familiari all’interno del gruppo allargato Agnelli-Elkann, visto che in quel 2004 prende vita anche la saga legale che continua ancora oggi e mette a confronto sui banchi di Tribunale, e non solo, madre (Margherita Agnelli) e figli (lo stesso John, Lapo e Ginevra Elkann). Ma questa volta non si parla di sangue, blu o simil blu che possa essere, ma di quattro ruote.
Gli Agnelli, merito anche dello stile e del lifestyle dell’Avvocato, a cavallo tra gli anni cinquanta e i sessanta sono diventati la vera royal family all’italiana. Un sogno che sembrava essere infrangibile. Ma poi sono arrivati gli anni di piombo, la crisi degli anni ’70 e un periodo buio che ha diviso i mitici sixties dai magici eighties. Una caduta che è riuscita a trovare il proprio cuscinetto in un modello di auto semplicissimo, eppure che è riuscito a salvare un’azienda, e forse addirittura un Paese intero.
Nel 1980 nasce la Fiat Panda. Il progetto, firmato Giorgetto Giugiaro, si caratterizzava per la semplicità delle linee, e quindi anche dell’assemblaggio, la leggerezza della vettura, gli interni minimal ma super funzionali e delle motorizzazioni certo non da supercar, ma perfette per i cittadini italiani dell’epoca (e non solo). Oggi, tanto per far comprendere l’importanza di questa automobile per la storia italiana, le prime versioni del “Pandino” sono diventate dei tesori inestimabili.
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Comunque sia, stiamo parlando di un modello che conta sulle sue spalle più di quarant’anni di storia, e ben tre generazioni; tre e mezza contando l’ultima Pandina. La vera auto degli italiani. Ma nel futuro? Qualche mese fa Olivier François, amministratore delegato di Fiat, ha presentato l’ultima variante del modello realizzata sulla precedente piattaforma; e che dovrebbe essere disponibile ancora (e almeno) da qui al 2027. Un’auto prodotta in Italia nelle malconce fabbriche ex Fiat. Ma il futuro, e nemmeno tropo prossimo, parlerà serbo…
Un’italiana in Serbia, la nuova Panda fa discutere per il passaporto. Ma il design?
Già, la nuova Fiat Panda, che a dire il vero prenderà il nome di Fiat Grande Panda, nascerà in Serbia, nello stabilimento di Kragujevac. Una strategia poco italiana, e che in Italia ha dato vita a numerose polemiche, che ancora non si sono spente e, anzi, scoppieranno nelle prossime settimane. L’auto, infatti, verrà presentata ufficialmente il prossimo undici luglio, vale a dire in occasione del centoventicinquesimo anniversario dell’azienda torinese, e dovrebbe debuttare sul mercato addirittura già alla fine di questo 2024.
La nuova Panda, quindi, prenderà vita sulla piattaforma Stellantis chiamata Smart Car, la stessa su cui di recente ha preso forma la nuova Citroën C3; non per caso le dimensioni e le linee tra i due modelli si assomigliano (forse troppo). Inoltre, il progetto, ecco l’italianità dell’auto, è stato interamente studiato al Centro Stile di Torino; e no, non bisogna aspettarsi la classica utilitaria (di nuovo: ahinoi), ma un simil crossover in versione ridotta (appena 3,99 metri di lunghezza).
La “squadratura” delle superfici della vettura, fortunatamente, rimangono anche se cambiano. E a cambiare saranno anche le motorizzazioni: una versione mild hybrid a 48 Volt con cambio automatico e con il 1.2 turbo benzina da 101 CV, e un’altra full electric.
“Il modo migliore per festeggiare i 125 anni di Fiat – ha commentato Olivier François – è iniziare a scrivere le prime pagine del nostro futuro, a partire dalla nuova Grande Panda. Disegnata a Torino dal nostro Centro Stile, la nuova vettura di Fiat incarna i valori della Panda originale. Con lo scopo di consolidare la presenza mondiale del marchio, questa vettura compatta è basata su una piattaforma globale. Grazie alla Grande Panda, Fiat avvia la sua transizione verso piattaforme comuni globali che raggiungono tutte le regioni del mondo, trasferendo i vantaggi che ne derivano alla propria clientela internazionale. Infatti, la Grande Panda è ideale per le famiglie e per la mobilità urbana in ogni Paese… è una vera Fiat!”.
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