Una fiaba che dall’Oriente ci porta in Italia: la seta è un’eccellenza del Made in Italy, e in particolare, dal 1400, trova in questa città il suo cuore pulsante, ancora oggi punto di riferimento per le grandi maison di lusso grazie all’eccellente qualità della lavorazione. Per quanto oggi grande parte del filo venga importato da altri paesi, come Cina e Brasile, è qui che ancora oggi le stamperie e le seterie continuano a essere scelte come luoghi di produzione del tessuto, esportato in tutto il mondo. Ed è in questi luoghi che anche George Clooney ha scelto di vivere…
La Capitale italiana della seta: un po’ di storia
La seta è una delle ricchezze di questa città bagnata dall’omonimo lago: siamo a Como, splendida cittadina fondata da Giulio Cesare tra il 59 e il 49 a.C.. Se intorno all’anno Mille la lavorazione della seta era diffusa soprattutto nel sud Italia, verso il 1400 il fulcro si spostò a Como grazie all’intuito di Ludovico Sforza, che chiese ai contadini di iniziare a coltivare i gelsi, le cui foglie sono il nutrimento del baco da seta. Da qui deriva il nome scientifico del baco da seta: bombix mori, dal nome del Mecenate sforzesco, detto “il Moro”. Una lunga tradizione che sopravvive fino ai giorni nostri: a primavera, erano le donne e i bambini a raccogliere le foglie i gelso per far crescere i bachi, nella cui fase di sviluppo producono dal bozzolo il famoso filo. Nel XVIII secolo, la produzione di seta a Como divenne industriale e ovunque sorsero filande e tessiture, divenendo il cuore europeo della produzione e dell’esportazione del prezioso tessuto. Sì, proprio in una di queste filande lavorava il Lorenzo – o come dicevan tutti Renzo – dei Promessi Sposi.
Itinerario della Seta: dal Museo alle vie dello shopping
Per tuffarsi nella storia della seta, vale la pena fare un giro tra i tre centri che ne conservano la memoria e dove ancora si coltivano i bachi da seta secondo il metodo tradizionale. Il Museo della Seta, poco fuori dal centro storico di Como, si trova accanto allo storico Istituto di Setificio, dieci minuti a piedi dalle mura medievali della città. Si ripercorre la storia dello sviluppo di questa lavorazione artigiana, dall’allevamento alla tessitura, fino al capo confezionato, passando dalla trattura alla tessitura, dalla tinto-stamperia al finissaggio, con particolare attenzione al periodo industriale che parte dalla fine del XIX agli ultimi decenni del XX secolo.
Per approfondire ancora, andiamo al Museo Studio del Tessuto, ospitato nella splendida cornice di Villa Sucota, che raccoglie oltre 3000 esempi di collezioni antiche, come i tessuti di Antonio Ratti, e una biblioteca specializzata nel settore tessile e nell’arte contemporanea. Lasciatevi incantare dalla magia dei colori e dalla delicatezza dei preziosi tessuti. Una volta completata la visita storica, dai secoli scorsi a oggi, vale la pena fare un po’ di shopping negli storici negozi di seta in centro, dove si possono trovare le creazioni dei più importanti stilisti internazionali.
5 tappe imperdibili nel centro città, come in una escape room
La visita a Como non può prescindere da una piacevole passeggiata nei suoi luoghi più importanti, tra eleganti palazzi e affacci sul Lago e le sue montagne. Piazza Cavour e Piazza Volta, dedicata allo scienziato comasco che inventò la pila elettrica. Poi la Pinacoteca, il Tempio Voltiano e la Cortesella, il quartiere che costituiva il cuore commerciale di Como. Ma pochi sanno che un tour della città può essere fatto come in una escape room lungo tutta la città, trovando i luoghi simbolo che un tempo – quando mancavano i cellulare – costituivano i punti di incontro per gli abitanti della città. Andiamo a bere al Drago Verde? Non è un locale alla moda ma la fontanella pubblica che sgorga dalle fauci del Drago in piazza Cavour. Una fontana che richiama le statue delle antiche cattedrali gotiche. Su un lato della fontana è riprodotta una rana, che ci porta immediatamente a un altro luogo.
Dire ad un comasco di trovarsi alla Porta della Rana significa che si dovrà trovare davanti alla porta laterale nord del Duomo di Como. Ricca di figure che vanno dalla riproduzione della Metamorfosi di Ovidio fino al Trionfo dell’Assunta, tra santi, farfalle, mostri e grifoni, quella che più colpisce è la rana che da il nome alla porta. Secondo la leggenda, il lago una volta si estendeva fino qui, e una rana si sarebbe poi pietrificata in questo luogo durante un’esondazione. C’è anche chi pensa che indichi il luogo di un tesoro nascosto (ma mai trovato). Di fatto è un simbolo della metamorfosi e della trasformazione, e non è difficile associare questa evoluzione anche al modo in cui nasce la seta, per secoli e ancora oggi simbolo di cambiamento e trasformazione. E poi andiamo a conoscere la Dama della Cortesella, che – come la gioconda di Leonardo – sembra che con gli occhi segua chi la osserva. Si trova appunto nell’antico quartiere posto tra le vie Vitani, Muralto e Olginati: la dama fa capolino da unafinta finestra del palazzo Sangiuliani. Sentite un colpo di cannone? È mezzogiorno: viene sparato, dal 1912, da un cannone a metà del percorso della funicolare che collega Como a Brunate.
Le perle sul Lago, il tour in barca tra i borghi più belli
Se avete ancora qualche giorno da trascorrere a Como, è d’obbligo una gita in barca o in nave alla scoperta del Lago e dei suoi numerosi affacci. Lungo le rive del lago si trovano molti villaggi pittoreschi: Menaggio, Cadenabbia, Bellagio o Varenna sono quasi un must per ogni turista che voglia scoprire il Lago di Como.
Grazie alla sua posizione centrale, Menaggio è un ottimo punto di partenza per scoprire il Lago di Como e le montagne che lo circondano. A primavera, poi, il suo lungolago è una passeggiata speciale, un’esplosione di fiori e colori. Anche Varenna è un luogo unico e romantico, dalla visita a Villa Monastero alla passeggiata degli innamorati, un posto ideale per trascorrere ore di svago tra colori, storia e natura davvero unici, su uno dei laghi più famosi d’Italia e conosciuto in tutto il mondo.