Una Maserati GranCabrio contro il piattume dell’automotive d’oggigiorno… Se esiste una colpa che viene molto spesso mossa nei confronti dell’automobilismo moderno, o meglio quello attuale, è di non produrre modelli eleganti, o semplicemente belli. A quanto erano raffinate le auto del passato, quelle degli anni ’60, dalle sportive alle berline, passando addirittura per le station wagon e le city car. No, niente Suv, un ventaglio di soluzioni che a guardarle oggi appaiono addirittura innovative, e pensare che si stratta di più di mezzo secolo fa. Eppure, le quattro ruote moderne portano con sé innumerevoli cambiamenti, cambiamenti positivi si intende; per esempio la sicurezza. Ok, saremo pure più riparati al volante, ma lo stile? Beh, a quello, ora, ci pensa la nuova spyder italiana Maserati GranCabrio che ci riporta indietro alla Dolce Vita automobilistica.
Mastroianni, la Ekberg e la fontana di Trevi, oppure la nuova Maserati GranCabrio. Il risultato è quello…
Un’immagine che ha catalizzato l’intera storia cinematografica italiana, e forse addirittura un determinato periodo storico, ingannandoci anche un po’. I giovani d’oggi provano nostalgia per quell’epoca mai vissuta, e anche chi l’ha vissuta la ricorda con piacere, tutto lecito; eppure non tutti vivevano la favola, a tratti tragica, portata sul grande schermo da Federico Fellini. Ma se c’è qualcosa che il grande regista ha riportato con accurata fedeltà, beh, quello è il tema automobilistico.
Le strade di Roma affollate di spyderine, decappottabili, macchinoni americani dalla lunghezza infinita e un traffico sì affannoso e insostenibile, proprio come quello di oggi, ma perlomeno elegante. Si prenda come esempio l’auto di Marcello Mastroianni, una Triumph TR3A datata 1958, in grado di far impallidire tutti i modelli di quattro ruote contemporanei in un eventuale confronto. Tutti tranne uno, forse. Il nuovo gioiello del Tridente di Modena, vale a dire la Maserati GranCabrio.
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Del brand made in Italy in questione, ora parte del grande e chiacchieratissimo Gruppo Stellantis, si può dire veramente di tutto. Incluso che i suoi numeri di vendite, ecco, non è che facciano proprio invidia ai propri avversari, tenendo conto soprattutto che a pochi passi, a Maranello, la Ferrari viaggia a velocità inaudite sulle vendite, segnando record su record; merito, anche, del suo amministratore delegato Benedetto Vigna. E potremmo dire la stessa cosa, certo con meno enfasi, anche di Lamborghini, azienda sempre emiliana ma adesso parte della famiglia a trazione tedesca di Volkswagen.
Insomma, su questo campo il Tridente sta un passo indietro. Eppure, Maserati non ha mai peccato nella sua missione. Riuscire a proporre prodotti in grado di contraddistinguersi per la loro bellezza oggettiva, la loro eleganza e un’impronta di lusso indistinguibile. E la GranCabrio arriva a suggellare questa proposta. Sì, quando la si guarda sembra di essere tornati agli anni d’oro delle quattro ruote di classe, gli anni ’60; anche a coloro che quegli anni non li hanno mai vissuti.
Stile, eleganza e una guida unica per esperienza, che soltanto le piccole spyder decappottabili sono in grado di offrire. Ma questa non è una spyder come tutte le altre. Produzione 100% italiana, motore classico di casa Maserati e un design da far venire la pelle d’oca. Insomma, le aziende italiane vogliono definitivamente tornare sui loro passi producendo le tanto esaltate “belle auto“?
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Non solo elegante e lussuosa, ma una vera auto da guidare. Sì, da guidare come si deve
Non bisogna certo farsi ingannare dall’immagine super glam di questa vettura. Dalla guida en plein air. Né tantomeno dai suoi interni che paiono essere usciti da un’auto sportiva del secolo scorso. Insomma, non ci troviamo di fronte a un pezzo da museo o a una creazione di design, fatta solamente per essere guardata e, nel caso, toccata. La Maserati GranCabrio è una vettura con tutti i crismi, quindi deve essere guidata per esprimere il meglio di sé. E il meglio di sé è veramente tanta, ma tanta, roba…
Parlando, infatti, di motorizzazione, la spyder in questione è disponibile, almeno per il lancio, nell’allestimento Trofeo, con il motore termico 6 cilindri Nettuno, un 3.0 litri twin turbo da 550 CV. Un propulsore capace di produrre un rombo inconfondibile. Le prestazioni, poi, non sono da meno: 316 km/h di velocità di picco, con un’accelerazione da 0 a 100 km/h da raggiungere in appena 3,6 secondi.
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Ma tornando sul lato “stile”. La nuova convertibile modenese, come già sottolineato in precedenza, è 100% made in Italy, e in quanto tale risponde a delle richieste stilistiche a dir poco rigorose. Il tettuccio è in tessuto, ed è in grado di riporsi automaticamente nel bagagliaio in appena 14 secondi. L’abitacolo è perfetto per quattro persone, ed è interessante l’utilizzo di materiali pregiati per ogni singolo dettaglio dell’auto. L’attenzione per i particolari, infatti, è un altro punto a favore per la vettura, incluso la presenza minima di tecnologia, in auto di questo genere sempre ben apprezzata. Insomma, per essere più precisi: qui la tecnologia non invade il ruolo del guidatore. D’altronde, mica Mastroianni girava per le strade di Roma alle prese con il sistema di infotainment, no?
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