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Paris Haute Couture SS24: il best of della fashion week parigina

Paris Haute Couture SS24: il best of della fashion week parigina
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Dal surrealismo di Schiaparelli ai corsetti estremi di Maison Margiela, tutto il meglio della fashion week parigina dedicata all’Haute Couture per la Primavera Estate 2024.


L’autorevole Business of Fashion l’ha definita una stagione di “realismo opulento”. La Paris Fashion Week Haute Couture, appena giunta alla sua conclusione, ha dimostrato ancora una volta come la moda sia lo specchio dei tempi. Tempi divisi tra pragmatismo e voglia di sognare, bisogno di concretezza e desideri di leggerezza. Le collezioni andate in scena sulle passerelle della Ville Lumière parlano di rinnovamento ma anche di un ritorno confortante all’alta sartoria di una volta, di semplicità, di femminilità, di fantasia. Di tecnica, oltre che di estetica.

 

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Paris Fashion Week: le sfilate Haute Couture Primavera Estate 2024

«Un ritorno quanto una partenza; al contempo un omaggio alla tradizione e una nuova proposta», per dirlo con le parole di Pierpaolo Piccioli. La sua collezione Valentino Le Salon Haute Couture Spring Summer 2024 è «profondamente radicata nella vita moderna, nell’oggi». Guarda all’oggi anche Maria Grazia Chiuri per Dior, che ha scelto di reinterpretare i codici della casa di moda in maniera pragmatica e allo stesso tempo sensibile, diretta ma femminile. Sono i dettagli a svelarne tutta la complessità. Le lavorazioni minuziose hanno fatto da leitmotiv alla maggior parte dei defilé, da quello di Schiaparelli ad Armani Privé, passando per il chiacchieratissimo fashion show di Maison Margiela. Ecco tutto il meglio di questa tornata di sfilate.

Il surrealismo ultraterreno di Schiaparelli

A inaugurare la fashion week parigina dedicata all’alta moda è stata la maison Schiaparelli con una collezione dall’emblematico titolo Schiaparalien. Ispirata agli studi sullo spazio di Giovanni Schiaparelli – zio di Elsa Schiaparelli e direttore dell’Osservatorio di Brera a Milano, al quale si deve la scoperta di una serie di canali sulla superficie di Marte nel 1877 – Schiaparalien esplora l’idea di un immaginario “marziano”, popolato da creature e creazioni surreali in cui lavorazioni tradizionali, quali pizzi, velluto, applicazioni in pizzo e frange di chenille tagliate e ricamate a mano, si fondono con volumi, motivi e riferimenti al nuovo mondo.

 

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Dior e la dimensione “auratica” della Couture

Ventitré abiti smisurati, alti circa cinque metri e applicati su una griglia disegnata da righe nere irregolari, che rimandano alla trama e all’ordito. È Big Aura, l’installazione dell’artista Isabella Ducrot che Maria Grazia Chiuri ha voluto come set per questo nuovo capitolo di Dior Haute Couture. Una collezione incentrata sulla «presenza materica, cromatica, costruttiva degli elementi che scolpiscono le silhouette». Tutto ha avuto inizio dall’osservazione di un capo, La Cigale della collezione Haute Couture Autunno Inverno 1952. A partire da questo modello dalla costruzione scultorea, declinato nel tessuto moiré, hanno peso forma coat dai colli importanti, gonne ampie, abiti di organza double ricamati.

 

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Chanel e il mondo del balletto

Presentata al Grand Palais Éphémère di Parigi, la collezione Chanel Haute Couture rappresenta un’ode all’arte e alla grazia ispirate al mondo del balletto. Virginie Viard ha plasmato la la stagione Primavera Estate 2024 prendendo spunto dal bottone, un oggetto che unisce utilità e ornamento. Protagonisti abiti lunghi, gonne dalla silhouette dritta, body e collant da danza bianchi, ma anche tulle, giochi di pieghe, fiori e fiocchi, simbolo di un’eleganza eterea e femminile. Un dialogo armonioso tra tradizione e modernità.

 

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Il “Salon” di Valentino in Place Vendôme

In un’epoca dominata dall’artificiale, la sfilata di Valentino ha portato in passerella una riflessione sulla tangibilità e la fisicità sensoriale dell’effimero. I Salon della maison in Place Vendôme hanno fatto da palcoscenico al guardaroba moderno immaginato da Pierpaolo Piccioli, fatto di accostamenti istintivi e inattesi che «accendono l’immaginazione, ispirano emozioni».

 

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Armani Privè: l’Alta Moda diventa un gioco

Per Giorgio Armani la moda è una cosa seria, ma può anche diventare gioco, evasione. La sua sfilata presentata a Parigi ha incarnato la visione dello stilista nell’apertura accogliente verso culture diverse, nella gioia con cui esplora mondi lontani, andando oltre i confini. Ma allo stesso tempo è apparsa caratterizzata da una ludica leggerezza, tra pizzi, preziosi jacquard e applicazioni realizzate finemente. Un viaggio immaginario tra Oriente e Occidente scandito da vestaglie-kimono, bustini, lunghe giacche e abiti dalle silhouette vaporose.

 

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Jean Paul Gaultier by Simone Rocha: un sodalizio coi fiocchi

L’enfant terrible della moda riserva sempre nuove sorprese. Da quando si è ritirato dalle scene, ha invitato a collaborare alla sua couture diversi stilisti. Dopo Julien Dossena, Haider Ackermann, Olivier Rousteing, Glenn Martens e Chitose Abe, stavolta è stato il turno di Simone Rocha. La stilista irlandese ha infuso di romanticismo il mondo irriverente della maison Gaultier, portando in scena una gamma di look in perfetto equilibrio tra innocenza e seduzione, civetteria e ironia, enfatizzati da un variegato cast e dalla magnifica colonna sonora a cura di Frederic Sanchez.

 

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La sfilata di Fendi, tra nuove silhouette e accessori preziosi

«Ho voluto mantenere lo spirito futurista che animava le opere di Karl Lagerfeld per Fendi. Al cuore di questa collezione c’è un forte senso di umanismo, proiettato nel futuro», ha dichiarato Kim Jones in una nota, a ridosso del defilé di Fendi. Al centro della collezione Haute Couture c’è una nuova silhouette, quella a scatola, declinata sotto forma di tailleur che seguono le forme, abiti dagli elaborati ricami, pezzi in maglia a coste e preziosissimi capispalla accompagnati da nuove versioni della celebre Baguette e da una serie di occhiali gioiello ideati da Delfina Delettrez Fendi.

 

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La Belle Epoque di Maison Margiela

A chiudere la kermesse ci ha pensato John Galliano con la collezione Artisanal Primavera Estate 2024 di Maison Martin Margiela, che non è passata indubbiamente inosservata. Ambientato sotto il Pont Alexandre III, lo scenografico show allestito dallo stilista ci ha riportato indietro nel tempo, alla Parigi degli anni ‘20, attraverso numerosi riferimenti alla Belle Epoque. In primis il corsetto, protagonista di diverse uscite a metà strada tra il macabro e l’erotico ispirate ai lavori del fotografo Brassaï e del pittore franco-olandese Kees Van Dongen. Uno show che ha confermato la maestria visionaria di Galliano e che ha aperto un nuovo, affascinante capitolo per il celebre marchio di moda francese.

 

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