Novembre è il mese delle gite fuori porta in cui ci si lascia anche un pò immedesimare dal clima di Halloween che ancora ci portiamo dietro, dall’atmosfera un pò nebbiosa che rende tutto il paesaggio un pò gotico e l’idea di andare alla scoperta di borghi inediti, quelli un pò disabitati, quelli “fantasma” e perché no anche quelli dai nomi particolari affascina sempre tutti. In Italia ce ne sono tantissimi di questi borghi, spesso nascosti, il più delle volte sconosciuti a tutti… eppure sono davvero delle piacevoli mete da esplorare…
L’Italia: il paese dai nomi strani
Che il nostro Paese sia un puzzle di piccoli centri, che hanno qualcosa da raccontare delle caratteristiche che li rendono particolarmente unici è una cosa molto nota, ma che fare un viaggio in Italia può diventare un’esperienza curiosa se si segue il nome di alcuni borghi può diventare molto molto affascinante. Dalla Toscana alla Sicilia, dal Lazio alla Sardegna tutte le regioni hanno dei luoghi con nomi strani e curiosi che spesso e volentieri incuriosiscono lasciando spazio a diverse interpretazioni e alla voglia proprio di essere visitati. Tante volte questi nomi derivano da storpiature di lingue straniere, di nomi dialettali, che li rendono davvero bizzarri che percorrendo certe strade vi strappano un sorriso, o vi fanno venir voglia di fare una deviazione. Se siete in Sicilia… sapete che potete trovarvi in un attimo in Purgatorio?
Purgatorio: non è un luogo di sofferenze, ma il borgo che vi sorprenderà di bellezza
La Sicilia è la meta per una fuga al mare, per godere di bellezze storiche e architettoniche, per far felice il palato e per lasciarsi conquistare da posti che ancora sembrano fuori dal tempo e che una volta scoperti restano nel cuore per sempre. Se siete dalle parti di Trapani, poco lontano da Custonaci, vi incuriosirà sicuramente il cartello con la scritta Purgatorio. Non siete morti senza saperlo, non siete nemmeno all’interno di un canto della Divina Commedia. Non vi aspettate che da lì a poco vi trovate nel limbo in un luogo di mezzo, perché se vi lasciate spingere dalla curiosità e fare una deviazione vi troverete in un borgo incantevole.
Nel meraviglioso paesaggio di Custonaci si trova Purgatorio
Muovendosi dalla baia di Cornino, alzando lo sguardo ci si trova davanti Custonaci, il piccolo borgo che svetta sul Monte Cofano, un centro la cui natura dialoga con il fascino dei monumenti ricchi di storia. Le sue origini risalgono al 1200 con l’imperatore Federico II che gli da proprio questo nome. Questo borgo ha una tradizione contadina molto forte e già in quel tempo aveva sette feudi e 36 parecchiate, cioè estensioni di terreno coltivabili per favorire il popolamento. Tutta questa estensione fece si che il borgo fosse molto abitato e che si formarono tantissime frazioni, una di questa è Purgatorio. Purgatorio che si trova nell’omonima Piana sul versante orientale è famosa anche per la produzione di marmo. Qui si trovano le uniche cave che hanno una nuance molto particolare dal bianco al rosso.
Andare in Purgatorio significa immergersi nella tradizione più autentica siciliana
Purgatorio è un piccolo centro che ospita solo 300 abitanti e sembra un luogo senza tempo. Purgatorio, insomma, nonostante il nome inquietante, in un attimo si trasforma in paradiso basta solo scoprirlo con lentezza e curiosità! In questa piccola frazione di Custonaci non è tanto quello che c’è da vedere, ma le esperienze da vivere che vi faranno amare questo posto, perché in ogni mese dell’anno c’è un evento che riporta indietro nel tempo. Il suo clou a Purgatorio si vive a Carnevale periodo in cui il borgo prende una vitalità davvero particolare. Le strade infatti sono allestite da quelli che si chiamano “pupi ri pagghia”. Questi sono dei piccoli pupazzi che vengono prodotti artigianalmente dagli abitanti e diventano una cosa propria di questo paese. Ogni garage si trasforma in un laboratorio sartoriale dove si producono questi pupazzi che si rifanno spesso anche a personaggi del posto o a qualcuno di famoso. Non vi sarà difficile riconoscere, dunque, il barbiere o il barista del paese, ma anche la signora che incontrate per trada. Questi pupazzi il martedi grasso all’inizio della Quaresima vengono bruciati con un corteo funebre davanti al piazzale della chiesa con un suggestivo falò. Questo gigantesco fuoco ha un significato importante nella tradizione contadina, perché raffigura l’inverno che muore che lascia spazio ad una natura che rinasce.