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Un incantevole Borgo Sardo per un viaggio tra storia e sapori autentici

Un incantevole Borgo Sardo per un viaggio tra storia e sapori autentici
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Nel cuore della Sardegna più autentica, dove il tempo sembra essersi fermato e l’aria profuma di lentischio, storia e vino, sorge Atzara. Un nome che, a chi ama viaggiare con spirito curioso e occhio attento, dovrebbe diventare familiare quanto quelli delle più blasonate località costiere. Questo borgo, immerso nella Barbagia e abbracciato dalle colline occidentali…


Nel cuore della Sardegna più autentica, dove il tempo sembra essersi fermato e l’aria profuma di lentischio, storia e vino, sorge Atzara. Un nome che, a chi ama viaggiare con spirito curioso e occhio attento, dovrebbe diventare familiare quanto quelli delle più blasonate località costiere. Questo borgo, immerso nella Barbagia e abbracciato dalle colline occidentali del Gennargentu, è molto più di una cartolina da sfogliare: è un luogo vivo, vibrante di memorie, arte e sapori. E oggi, più che mai, rappresenta una destinazione ideale per chi cerca un turismo consapevole, sostenibile e profondamente esperienziale.

L’architettura del tempo: il centro storico

Atzara si offre al visitatore con un centro storico perfettamente conservato, un mosaico urbano di origine aragonese che racconta secoli di storia senza bisogno di parole. Le case in granito, con i loro tetti in legno, le facciate sobrie e i portali scolpiti, si susseguono lungo viuzze tortuose che si snodano in saliscendi tra cortili, loggiati e piccoli giardini. Rioni come Sa Cora Manna, Lodine, Su Fruscu e Montiga e’ Josso mantengono una coerenza stilistica e urbanistica rara in Sardegna. Passeggiare tra queste strade non è solo un esercizio di bellezza: è un atto di ascolto. Le pietre parlano. E raccontano di una comunità legata alla terra, alla religione, all’arte.

Il richiamo degli artisti: il borgo come tela

All’inizio del Novecento, Atzara attirò numerosi pittori italiani e spagnoli, colpiti dalla luce intensa, dai colori puri e dai ritmi lenti della vita contadina. Tra questi, spicca Antonio Ortiz Echagüe, artista madrileno, che lasciò un segno profondo non solo con le sue opere, ma anche con il legame affettivo e culturale che instaurò con il borgo. Il Museo a lui dedicato custodisce un patrimonio prezioso che non è solo pittorico, ma antropologico. Visitare questo spazio significa comprendere l’influenza dell’arte sulla percezione di un luogo e, viceversa, quanto un luogo possa influenzare l’arte. Atzara, da borgo rurale, si trasforma così in una piccola Montmartre sarda, dove l’ispirazione si respira ad ogni angolo.

La devozione nella pietra: chiese, piazze, simboli

Tra gli edifici religiosi spicca la Chiesa di San Giorgio, situata nell’omonima piazza che si apre come un anfiteatro di pietra. Le sue origini risalgono a prima del 1205, ma fu consacrata solo nel 1386. Oltre ad essere un luogo di culto, la chiesa rappresenta un punto focale dell’identità culturale del borgo. Intorno ad essa si snodano processioni, feste religiose, momenti comunitari. E poi ci sono i simboli meno evidenti ma altrettanto eloquenti: pozzi antichi, cortili ombreggiati, croci scolpite, piccole edicole votive incastonate nei muri delle case. Atzara custodisce la sua fede nella pietra, in silenzio, con rispetto.

Mandrolisai: il vino che racconta un territorio

Chiunque visiti Atzara senza assaggiare un calice di Mandrolisai ha perso qualcosa di essenziale. Questo vino è più di una bevanda: è un racconto liquido della Barbagia. Nasce dalla combinazione di vitigni autoctoni (Bovale Sardo, Cannonau, Monica), cresce su colline battute dal vento e maturate dal sole, e viene custodito in cantine antiche che odorano di legno, terra e memoria. I “Magasinos”, piccole cantine private, aprono le loro porte soprattutto in occasione della Sagra del Vino, ma è possibile visitarli anche durante l’anno, per esperienze intime e genuine. In queste occasioni, il vino diventa ponte tra chi arriva e chi accoglie.

La cucina di casa: sapori che non si dimenticano

Se c’è un luogo in cui la cucina sarda si esprime nella sua forma più autentica, è proprio qui. Ad Atzara si cucina ancora come una volta, con ingredienti locali, ricette tramandate e tempi lenti. Il piatto simbolo è “sa tumballa”, una sorta di pasta al forno arricchita da carne di maiale, uova, formaggio, pangrattato e zafferano. Poi c’è “sa pudda prena”, gallina ripiena con un composto di uova, fegato, pomodori secchi, lardo e ancora zafferano. Piatti che parlano di festa, di condivisione. E per chiudere in dolcezza, impossibile non menzionare “is bucconettes”, dolcetti di mandorle, e “su gattou”, una sorta di croccante che profuma di miele e tradizione. Ogni morso è un’esperienza!